diario di viaggio

MEGALE HELLAS (Magna Graecia)


Megàle Hellas è la forma originaria della più conosciuta traduzione latina Magna Graecia, espressione diffusa presso i popoli mediterranei di età classica e di epoca romana per indicare le regioni e le città dell’Italia del sud, occupate dai coloni provenienti dall’area greca (Ioni, Dori, Achei, Eubei, Calcidesi) pervenute ad altissimi livelli di civiltà e di progresso, superiori alla stessa madrepatria ellenica. La colonizzazione fede seguito alle precedenti relazioni commerciali tra la Grecia metropolitana e i popoli affacciati sulle coste del Mediterraneo. La crisi politica dell’Era dei Tiranni, sec. VIII a.C. e le lotte sociali per la parità dei diritti politici determinarono successive ondate di spostamenti di masse, alla ricerca di nuovi spazi vitali, verso le terre non ancora civilizzate dell’Occidente, cioè verso le regioni che i Greci denominavano Esperia (terra d’occidente) o Enotria ( terra del vino) o Italìa (terra degli Itali o della vite o dei vitelli), e Sikelìa (l’isola di Sicilia). Il nome che prevalse per la terraferma fu “Italia”, territorio di una stirpe che risiedeva nei due grandi bacini dei fiumi Buthrotos e Protheriatos (attuali Novito e Torbido), a nord della futura colonia di Lokroi oi Epizephyrioi (Locri) confinante con i Choni a nord, con i Morghetii a ponente e con i Siculi a sud i quali, risospinti dagli Itali pressati dai coloni, migrarono in Sicilia (ma il nome Sicilia, già Sikelìa, non deriva dai Siculi, ma dai Sicani già insediati, provenienti dalla Libia). Ai tempi di Diodoro Siculo il nome Italia comprendeva Calabira e nel primo periodo imperiale Augusto, originario di Thuri, erede di Sbari, estese il nome della sua terra, Italia, a tutta la Penisola, fino alle Alpi. La Mana Graecia fu il modello di riferimento politico e culturale di Roma, la quale derivò quasi tutta la sua grandezza dai contatti con l’Italia dei Greci. Scrisse Orazio che “la Grecia conquistata conquistò il fiero vincitore ed introdusse le arti (cioè i saperi) nel Lazio contadino”. I celebri monumenti romani hanno nomi greci perché furono imitazioni della genialità greco-italica. Roma elaborò le conoscenze greche, tanto che molti autori romani, letti ancora oggi, scrissero in greco (Strabone) o si dichiararono ispirati dalla sapienza greca (Vitruvio). Il “mulino greco” era una tecnologia della Magna Graecia e la "pece greca" era prodotta dalla resina delle piante della Sila. L’eredità dei Romani, derivata dalla Magna Graecia, passò al Medioevo e poi all’Età Moderna attraverso l’evolversi degli studi umanistici rinascimentali. Con il Neoclassicismo la cultura greco-romana raggiunse praticamente tutto il Pianeta: la Casa Bianca di Washington è un’architettura in stile neoclassico pompeiano e Pompei era città di cultura magnogreca.