Creato da Miliziano1 il 07/12/2006

diario di viaggio

(pensieri ed emozioni)

 

 

Aspettative...

Post n°250 pubblicato il 21 Febbraio 2016 da Miliziano1

La pioggia li aveva sorpresi sulla strada del ritorno ed erano bagnati fino al midollo.
Per fortuna Bob aveva pensato bene di accendere il camino prima di uscire per andare incontro a Linda. Arrivati a casa alimentarono il fuoco del camino e non solo… tolti gli abiti madidi di pioggia si strinsero vicino alle fiamme del camino per trovare tepore.
Presero a baciarsi avidamente sul telo da picnic steso davanti al camino. Bob pareva uno che ci sapeva fare, Linda si morse le labbra eccitata. Era tutto perfetto: la musica della pioggia sui vetri, le candele e il camino acceso, il calore sulla pelle… Bob adagiò Linda, nuda, sul telo, poi afferrò il vasetto del miele e glielo rovesciò tra i seni, mettendosi a leccare. Presto entrambi furono ricoperti di miele e la passione incontrollabile li travolse. Ad un tratto Bob si fermò e la guardò fisso.
Linda ebbe un brivido di eccitazione quando con pennello e inchiostro lui le tracciò sul corpo una lunga e ampia strada del piacere che partiva dalla spalla, scendeva verso i capezzoli, proseguiva a zig zag fino all’ombelico lo aggirava andando a lambire il sesso, per tornare indietro fino al punto di partenza.
Poi Linda capì che le cose non si mettevano più tanto bene quando lui prese i suoi modellini di auto da rally e cominciò a emettere stupidi suoni di motori in corsa!!

 
 
 

rispettare la donna ...

Post n°247 pubblicato il 01 Novembre 2014 da Miliziano1

“Eppure ho inteso da certi uomini dire:  «Eh sono femmine e basta!» quale disprezzo massimo per le donne. Taci fellone: la femmina è la madre dell’uomo, la femmina è la moglie dell’uomo, senza di essa non vi è vita. La femmina è la figlia dell’uomo senza di essa non vi è padre contento; e finalmente la femmina è sorella dell’uomo e senza di essa non vi è fratello contento, né famiglia contenta.

Pensa a quanto scrisse Guerrazzi: «rispettare la donna poiché sua madre fu tale» e se questo non senti profondamente in te, impugna l’aratro e zappa la terra, tu non meriti sorte migliore»

 

[Carmine Donatelli Crocco]

 
 
 

Garibaldi

Post n°246 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da Miliziano1

"Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendo colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio"

 
 
 

...

Post n°245 pubblicato il 05 Luglio 2014 da Miliziano1

«Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male»
[Giorgio Faletti]

 
 
 

Johann Sebastian Bach

Post n°244 pubblicato il 15 Giugno 2014 da Miliziano1

«Se decido di essere un idiota, allora sarò un idiota di mia iniziativa»

 
 
 

... anche oggi

Post n°243 pubblicato il 08 Giugno 2014 da Miliziano1

il tempo di un battito d'ali di farfalla... e tutti i miei "vorrei" sono già "avrei voluto".

 
 
 

Shakespeare

Post n°242 pubblicato il 02 Giugno 2014 da Miliziano1

«Non esiste belva così tanto feroce da non avere almeno un po' di pietà. Ma io non ne ho alcuna, ragion per cui non sono una belva».

[Riccardo III]

 
 
 

Professione Assassino

Post n°241 pubblicato il 23 Maggio 2014 da Miliziano1

«L'esperienza viene dal buonsenso, ma fai esperienza quando il buonsenso non ce l'hai...»

 
 
 

9 maggio 2014

Post n°240 pubblicato il 09 Maggio 2014 da Miliziano1

"Per quello che avremmo dovuto pensare e non abbiamo pensato, per quello che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto, per quello che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto, io prego te, signore per il perdono!"

 
 
 

I got the blues

Post n°239 pubblicato il 01 Maggio 2014 da Miliziano1

'O Giò che voglia 'e te vedè 
me manca assaje 'na compagnia 
mo nun sò buono cchiù a parlà 
e nun conchiure ma 
i got the blues 
i got the blues on me 
'o Giò i' forze nun torno cchiù 
'e cammenate senza Dio 
purtavo 'o tiempo e ce parlavo 'acoppa 
e sotto sotto stevemo bbuono accussì 
i got the blues on me 
i got the blues accussì.

 
 
 

27/04/2014

Post n°238 pubblicato il 27 Aprile 2014 da Miliziano1

«Non è l'alcool che fa male al fegato, sono i rompiballe, i furbi, i falsi, i ladri, e i disonesti»

 
 
 

considerazioni...

Post n°237 pubblicato il 11 Aprile 2014 da Miliziano1

Tutti hanno amici stronzi... pochi hanno il coraggio di azionare lo sciacquone.

 
 
 

...

Post n°236 pubblicato il 02 Aprile 2014 da Miliziano1

«Anche i fiori piangono, 

ma noi stupidi crediamo che sia rugiada»

 
 
 

.

Post n°235 pubblicato il 29 Marzo 2014 da Miliziano1

Se ti trattano come una bestia prima o poi lo diventi

 
 
 

...

Post n°234 pubblicato il 23 Marzo 2014 da Miliziano1

«La bellezza dopo un pò stanca, diventa irrilevante, ma se in due occhi ci vedi la felicità, in un sorriso l’amore, in due braccia un rifugio sicuro, come potrai mai stufarti di questo?»

 
 
 
 
 

Taci...

Post n°232 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da Miliziano1

«Ma cantare, sognare, ridere, splendido...

Da solo, in libertà …

Aver l’occhio sicuro,

la voce in chiarità,

mettersi se ti va,

mi sghimbescio il capello per un sì, per un no,

fare un'ode o… fare un duello,…

Fantasticare a caccia non di gloria o di fortuna su un certo viaggio a cui si pensa…

… sulla luna...

Se poi viene il trionfo … ebbene fatti suoi, ma mai

Mai diventare un come tu mi vuoi … e se pur vero,

quercia, tiglio, davvero ... insieme …

Se vuoi proprio in un alto, ma...

Farcela da se …»


«Di Orgoglio ed Ironia, tu te ne fai un proclama, ma, almeno sotto voce, dimmelo che non t'ama...»

 

 

«Taci...»

 
 
 

Fra Cristoforo

Post n°231 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Miliziano1

Andava un giorno per una strada della sua città, seguito da due bravi, e accompagnato da un tal Cristoforo, altre volte giovine di bottega e, dopo chiusa questa, diventato maestro di casa. Era un uomo di circa cinquant'anni, affezionato, dalla gioventù, a Lodovico, che aveva veduto nascere, e che, tra salario e regali, gli dava non solo da vivere, ma di che mantenere e tirar su una numerosa famiglia. Vide Lodovico spuntar da lontano un signor tale, arrogante e soverchiatore di professione, col quale non aveva mai parlato in vita sua, ma che gli era cordiale nemico, e al quale rendeva, pur di cuore, il contraccambio: giacché è uno de' vantaggi di questo mondo, quello di poter odiare ed esser odiati, senza conoscersi. Costui, seguito da quattro bravi, s'avanzava diritto, con passo superbo, con la testa alta, con la bocca composta all'alterigia e allo sprezzo. Tutt'e due camminavan rasente al muro; ma Lodovico (notate bene) lo strisciava col lato destro; e ciò, secondo una consuetudine, gli dava il diritto (dove mai si va a ficcare il diritto!) di non istaccarsi dal detto muro, per dar passo a chi si fosse; cosa della quale allora si faceva gran caso. L'altro pretendeva, all'opposto, che quel diritto competesse a lui, come a nobile, e che a Lodovico toccasse d'andar nel mezzo; e ciò in forza d'un'altra consuetudine. Perocché, in questo, come accade in molti altri affari, erano in vigore due consuetudini contrarie, senza che fosse deciso qual delle due fosse la buona; il che dava opportunità di fare una guerra, ogni volta che una testa dura s'abbattesse in un'altra della stessa tempra. Que' due si venivano incontro, ristretti alla muraglia, come due figure di basso rilievo ambulanti. Quando si trovarono a viso a viso, il signor tale, squadrando Lodovico, a capo alto, col cipiglio imperioso, gli disse, in un tono corrispondente di voce: - fate luogo.
         - Fate luogo voi, - rispose Lodovico. - La diritta è mia.
         - Co' vostri pari, è sempre mia.
         - Sì, se l'arroganza de' vostri pari fosse legge per i pari miei. I bravi dell'uno e dell'altro eran rimasti fermi, ciascuno dietro il suo padrone, guardandosi in cagnesco, con le mani alle daghe, preparati alla battaglia. La gente che arrivava di qua e di là, si teneva in distanza, a osservare il fatto; e la presenza di quegli spettatori animava sempre più il puntiglio de' contendenti.
         - Nel mezzo, vile meccanico; o ch'io t'insegno una volta come si tratta co' gentiluomini.
         - Voi mentite ch'io sia vile.
         - Tu menti ch'io abbia mentito -. Questa risposta era di prammatica. - E, se tu fossi cavaliere, come son io, - aggiunse quel signore, - ti vorrei far vedere, con la spada e con la cappa, che il mentitore sei tu.
         - E un buon pretesto per dispensarvi di sostener co' fatti l'insolenza delle vostre parole.
         - Gettate nel fango questo ribaldo, - disse il gentiluomo, voltandosi a' suoi.
         - Vediamo! - disse Lodovico, dando subitamente un passo indietro, e mettendo mano alla spada.
         - Temerario! - gridò l'altro, sfoderando la sua: - io spezzerò questa, quando sarà macchiata del tuo vil sangue.
         Così s'avventarono l'uno all'altro; i servitori delle due parti si slanciarono alla difesa de' loro padroni. Il combattimento era disuguale, e per il numero, e anche perché Lodovico mirava piùttosto a scansare i colpi, e a disarmare il nemico, che ad ucciderlo; ma questo voleva la morte di lui, a ogni costo. Lodovico aveva già ricevuta al braccio sinistro una pugnalata d'un bravo, e una sgraffiatura leggiera in una guancia, e il nemico principale gli piombava addosso per finirlo; quando Cristoforo, vedendo il suo padrone nell'estremo pericolo, andò col pugnale addosso al signore. Questo, rivolta tutta la sua ira contro di lui, lo passò con la spada. A quella vista, Lodovico, come fuor di sé, cacciò la sua nel ventre del feritore, il quale cadde moribondo, quasi a un punto col povero Cristoforo. I bravi del gentiluomo, visto ch'era finita, si diedero alla fuga, malconci: quelli di Lodovico, tartassati e sfregiati anche loro, non essendovi più a chi dare, e non volendo trovarsi impicciati nella gente, che già accorreva, scantonarono dall'altra parte: e Lodovico si trovò solo, con que' due funesti compagni ai piedi, in mezzo a una folla.

 
 
 

Cirano Ercole Saviniano Signor di Bergerac, Che in vita sua fu tutto e non fu niente!

Post n°230 pubblicato il 23 Gennaio 2014 da Miliziano1

Ecco, ed io gitto con grazia il cappello,

poscia comodamente, pian pianino,

mi libero del mio vasto mantello

che mi attabarra, e lo spadon sguaìno.

Di Celandone più gentil, più fino

di Scaramuccia al gioco dello stocco,

vi prevengo, mio caro paladino,

che giusto in fin della licenza io tocco.

Meglio v'era tacer, signor mio bello!

Dove t'infilzerò, dimmi, tacchino?

Sotto il giubbetto, al fianco, ti sbudello?

nel cuor, sotto l'azzurro cordoncino?

— Volteggia la mia punta: un moscerino!

Tintinnano le cocce, odi che schiocco!

Sì, certamente... in mezzo del pancino,

giusto alla fin della licenza io tocco!

Mentre io vò in cerca di una rima in ello...

tu rompi, bianco come un pannolino!

Vuoi forse darmi la parola: agnello?

— Tac! e la punta io paro onde il festino

ti pensavi di farmi, o malandrino! —

Ecco: t'apro la via, — chiudo lo sbocco...

Su, reggi bene, guattero, l'uncino!

Giusto alla fin della licenza io tocco.

Raccomàndati a Dio, bel principino!

Ecco: io m'inquarto, io paro, io fingo, io scocco...

Eh, là! prendi, piccino!

Giusto alla fin della licenza, ho tôcco.

 
 
 

...

Post n°229 pubblicato il 22 Gennaio 2014 da Miliziano1

"A cosa serve la scienza, 
a che serve il sapere 
se la donna che voglio 
non la posso nemmeno volere"

 
 
 
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