MILK

MILK: una storia che evita la trappola della retorica


...è come se il film in qualche modo non volesse procedere in sintonia con la popolarità sempre maggiore di Milk (nella comunità gay e non solo), cercasse di evitare la trappola di una mitizzazione soprattutto mediatica e si sforzasse di ricordare che Milk è prima di tutto una persona e solo dopo "hero" o "icon"....il film mette in campo un cast a dir poco perfetto, guidato da uno Sean Penn davvero ammirevole. Al di là del lavoro mimetico, che si può verificare sui titoli di coda, è la forza e insieme la semplicità dell'interpretazione che lasciano ammirati: il rischio in agguato è sempre quello della caricatura, della sottolineatura esagerata, specie da parte di attori che si portano addosso un'immagine decisamente "maschia". Penn fa dimenticare ogni cosa, accetta scene e battute non sempre gradevoli, recupera l'orgoglio gay tipico degli anni Settanta e trasmette il senso vero e pieno di una esistenza dove non ci si deve vergognare delle proprie debolezze....il film ha momenti coinvolgenti e commoventi, alla fine, il messaggio di speranza ( e di lotta) che Milk lascia in eredità non sembra il fervorino di un film volontaristico, ma il sofferto testamento di una persona che ci ha aiutato a capire il mondo in cui viviamo.Paolo Mereghetti - Corriere della Sera del 22 gennaio 2009 - pag 61