MILK

Milk il profeta


"Se un proiettile dovesse attraversarmi il cervello, spero che almeno spacchi anche le porte dei ripostigli dove siamo rinchiusi", ripeteva spesso, un po' spaccone, un po' tenero, come era lui, Harvey Milk, il primo uomo nella storia americana che avesse vinto un'elezione politica ostentando il suo essere omosessuale. Fu profeta due volte, il figlio di un ricco commerciante di tessuti a New York, autoesiliatosi nella città che l'America perbenista e bigotta chiamava "Sodoma sull'Oceano", San Francisco: un proiettile di revolver - anzi, due - gli trapassarono la testa alla mattina del 27 novembre 1978 nel palazzo del Comune dove era assessore e proseguirono la loro traiettoria ideale schiudendo la porta dell'ipocrisia e della superstizione che aveva rinchiuso nell'amore "che non osa pronunciare il proprio nome", secondo la famosa definizione di Oscar Wilde, milioni di cittadini e cittadine americane.ora che la vita e l'omicidio di Harvey Milk sono diventati un film premiato e splendidamente interpretato da Sean Penn, pubblico e critica americani rimpiangono e applaudono il coraggio di quest'uomo che sfidò le paure paralizzanti della comunità gay di San Francisco e l'odio della città che armò la mano dell'ex poliziotto suo assassino e poi lo condannò a una risibile pena di cinque anni in carcere.Vittorio Zucconi