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Mai luogo fu più azzeccato per raccontare la storia di un uomo simbolo della lotta contro la discriminazione in una società conservatrice e ottusa. L’Africa del sud, quella ancora intenta a curare le ferite procurate dall’apartheid, non poteva infatti accogliere in maniera più entusiasta l’uscita del film (lo scorso novembre) sugli anni clou della vita di Harvey Milk. Per un pubblico abituato a inghiottire film-panettone dodici mesi su dodici, l’arrivo nelle sale di Milk deve aver rappresentato non solo l’evento dell’anno (sia di quello appena concluso che di quello da poco iniziato) ma soprattutto l’occasione, tutt’altro che comune, per osservare la “diversità” attraverso lo schermo piuttosto che ad occhi nudi. Guardare un film sul tema delle differenze da una prospettiva africana vuol dire riflettere su questo concetto a trecentosessanta gradi. La storia di Milk infatti, letta in chiave più ampia, non é solo la storia di un omosessuale che lotta contro l’intollerante società americana degli anni settanta per la rivendicazione dei propri diritti politici e civili, ma rappresenta anche la condizione di un nero in un paese dominato dalla minoranza bianca, di un sieropisitivo che vive in un piccolo vilalggio rurale, di un bambino senza nome e identità, di una ragazza madre e di tutta le gente che si batte quotidianamente per difendere i propri diritti e libertà fondamentali messi in discussione da leggi e tradizioni culturali insensate. Ed è proprio perché il continente nero è la terra della discriminazione che il messaggio lanciato attraverso lo schermo dal protagonista del film, interpretato da un brillante Sean Penn, e suggellato dal suo sacrificio finale lascia qui un’eco più forte che altrove: la difesa dei diritti non richiede coraggio, né eroi, ma la determinazione di gente comune pronta al sacrificio per costruire una società migliore.
Marianna Garofalo – UNICEF Namibia |
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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
IL PRIMO MINUTO DEL FILM
INTERPRETAZIONE DA OSCAR
IL GIURAMENTO DI MILK
CLIP IN ESCLUSIVA
IL TRAILER
SPOT RADIO
LE INTERVISTE
LE FOTO
I COMMENTI DELLA STAMPA
“Uno dei Migliori 10 film dell’anno” National Board of Review
“Magistralmente interpretato da Sean Penn" La Repubblica
"Saggio di bravura del grande Sean" L'Espresso
LA BIOGRAFIA
Harvey Bernard Milk (Woodmere, 22 maggio 1930 – San Francisco, 27 novembre 1978) è stato un politico statunitense, militante del movimento di liberazione omosessuale. Fu il primo consigliere comunale apertamente gay di San Francisco.
Emerse ben presto come un leader della comunità gay, fondando la "Castro Valley Association". Fu eletto supervisor (cioè consigliere comunale) nel 1977, risultando così il primo rappresentante eletto di una delle maggiori città degli Stati Uniti ad essere apertamente gay. In undici mesi da supervisor, si batté in difesa dei diritti dei gay. Harvey Milk venne assassinato il 27 novembre 1978 all'interno del Municipio, assieme al sindaco George Moscone, dall'ex consigliere comunale Dan White.
Un corteo spontaneo a lume di candela per la memoria di Milk e Moscone attirò migliaia di persone, decorato con bandiere arcobaleno. Milk, consapevole del rischio che correva, aveva registrato numerose audiocassette da ascoltare in tale evenienza. In una di queste registrazioni sono immortalate le sue famose parole:
"Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese"