Creato da mimmarella il 14/03/2007
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Ho rubato le ali a una farfalla viola; stropicciandole bellamente, l’ho fatta precipitare sulla pianura che sogno e sogno ancora, offrendo pegni agli angoli della realtà.
Il mio Gabbiano l’ha salvata,
e, con un tuffo nelle tenui sfumature, l’ha rimessa in volo. Planando agghindata di piccinerie, m’ha trovata a raccogliere margheritine nei miei sogni. Svegliandomi con l’euforico svolazzare m’ha bisbigliato un “grazie” con grazia, seppur difettosa di soffio vitale. Padre, tu dormi di sogni tuoi; chissà se dormi e brami la pianura. T’abbraccio di utile incrinatura, per poggiare sul tuo miraggio migliore un mio grazie.Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
La mia paura s’abbaglia di luna,
chiude le palpebre e serra i pugni,
come faccio io quand’ella mi punge.
Chiude le serrande e s’allarga a me
Come io mi restringo e mi sminuisco a te.
Senz’ali mi vola in viso e mi carezza
Col profumo del buio, nascondendo il tempo.
Se tempo ha.
Se tempo c’è.
Nelle sue unghie cela la morbidezza del materno
E quando s’aggrappa al mio sorriso,
il mio sorriso s’aggrappa a Lei,
sotto le ombre della luna,
nascondendo, con un lieve picchiettio, lo spazio.
Se spazio ha.
Se spazio c’è.
Non c’è inganno e non c’è danno,
i rumori si velano senza organza alcuna,
le lacrime se ne stanno nel loro nido,
lievemente straziate d’abbandono
e il sole attende il tramonto della luna,
come un saggio paziente,
come un uomo che, della fretta, s’è dimenticato,
come una donna che si sussurra calore tra le rughe.
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Inviato da: diddlina9289
il 14/03/2007 alle 21:00