Storie di un giorno

Mondo capovolto – Variante al prologo


La casa è stata già presa. Da “un cubano” che vive nell’altra scala del palazzo.Così, in una scala batte, nell’altra vive.Ottimizza i trasporti, e lavora di più.Complimenti.Ed io ricomincio la ricerca.Intanto, il senso di solitudine si rafforza.La necessità di avere qualcuno intorno, mentre intorno è il deserto.Da me non credo voluto, anche da me certamente causato.Però il contesto è maggiormente puro – meno bugie cui rispondere, ché rispondere sarebbe arduo.Mi sono circondato di persone sbagliate? Sono sbagliato io?Un po’ e un po’, mettiamola così.Non dispongo di un idoneo gradiente per misurare il mio interesse personale, e troppo spesso penso di andare a salvare il mondo, quando sarei il primo a dover essere salvato.Da chi? Dagli anneganti, ovvio.Alla lunga mi sembro sempre più un patetico caso di cronaca.Ma almeno ho un pregio: non farò la fine di un’altra persona.La quale però ha un problema: continuo mal di stomaco, continue nausee, continuo vomito.Si pensava fosse nervosismo, una qualche gastrite. Si pensava allo stress.Sbagliato: è che si guardava dentro, vedeva merda e vomitava.Spiacevole ma naturale.L’unica cosa encomiabile.L’unico grazie per l’unica sincerità dimostrata – (panico + vomito = coscienza di sé).L’equazione della buonanotte.