Storie di un giorno

REDUCE


un tempo indefinito lungododici occhi a scrutarlosalda la mano destra del Nonnoinquieta la mancina delle DonneFrancesco ostenta al pettoil moderno del mondo, in atto1942 a primaveraper mio Padre, vent'annisoldato in Albaniasua, d'azzardo, la calligrafiaLui sa di mia Madrelo sa Tirsi cane di casatestimone d'incontriabbuiamenti e risaio sono una promessa sussurratasogno in un sognocalore del ritornosarò sorpresaIl tempo del dolore è un tempo lento, ristagna e affonda.Impedimento.Fugace è il tempo della gioia. Battito d'ali in volo in alto e giù serpeggiar colpo basso. Ti trova impreparato, ti balza il cuore in gola, il corpo e il mondo intorno come una cosa sola.Il tempo della Storia è una schermaglia, incontro scontro tenero e violento. Una giumenta in calore, saggia d'esperienza, e un giovane stallone nel primo accoppiamento.Potenza e istinto. Piacere puro. Può ferire, far male da morire, è vitale. Mortale.Il tempo dell'attualità assoluta mi è estraneo.Si vede d'ogni cosa ciò che, in qualche modo, si possiede e si possiede ciò che si sa, si sapeva, si saprà, riconoscendolo proprio quando succederà. Un percorso instabile, a rischio, tra vissuto e memoria.Le azioni del corpo, materia finita, definibile e 1'azione intellettuale, infinibile, spostano interesse e attenzione mutando lo scenario, trasformando l'intenzione.Il divenire personale e storico possiede molti passati possibili tra mutamenti ed alterazioni.Il futuro è sicuro. Un poco postumo, un poco prematuro.(brano tratto da "Reduce", di Giovanni Lindo Ferretti)