Storie di un giorno

Well I Wonder


Dopotutto, una storia semplice. (Primo passo verso l’autodistruzione.)Messaggi pubblici, poi messaggi privati.La prima telefonata. I primi sms. La webcam.Poi il tutto ripetuto, costantemente, sempre più frequentemente.Poi l’incontro, poi le difficoltà – la distanza, le vite diverse, le difformi intenzioni.Dopo, il secondo incontro, ancora più intenso del primo.La promessa “abbi cura di te”, per la prima volte lacrime per entrambi – il legame è vero.Poi i silenzi, un incontro pessimo, ma il cuore ancora c’è.Torna il silenzio, ma torna anche la voglia di riavvicinarsi. Poi l’incomprensione (voluta? cercata?).Giunge la fine, e giunge sottovoce, silenziosamente.E mi chiedo: mi hai mai sentito? Divertente giocare? Passata la noia?Ora – non un altro giro d’orologio, ma altri profili, altri nickname, altri msn. Dunque altro di tutto.Via la noia, via la morte.Ma mai più dire “sei vivo, conoscevo solo i vivi-morti”.I morti non distinguono.