RITRATTODIUNAMINNU

SETTATEVE PICCIRI'

Un maestro supplente di una scuola elementare di Pordenone ha perso l’incarico: l’uomo, di origine campana, non aveva perso l’abitudine di utilizzare in classe qualche espressione dialettale, provocando qualche disagio nei suoi alunni. “Il maestro parla una lingua strana, parlammo uguale così” avevano riferito sin dal primo giorno di scuola i bambini ai loro genitori, che hanno fatto pervenire le loro rimostranze nei confronti di una dirigente scolastica. Sono partiti così i controlli, con un ispettore inviato dall'Ufficio scolastico regionale e provinciale che ha provveduto a una supervisione dei compiti e dei quaderni degli alunni. Al termine dell’indagine sono emersi refusi linguistici ed errori di grammatica e di lessico dei bambini, frutto, secondo l’ispettore, del vezzo del docente di parlare troppo spesso il suo dialetto con espressioni come “settateve, piccirì”, in luogo di “sedevi, bambini”. Così, al maestro è stato consigliato di "fare punteggio" fino a gennaio per avere un risultato professionale in graduatoria e di andarsene: ora si cerca un altro insegnante, questa volta senza inflessioni dialettali. Il responsabile Centro Servizi Amministrativi di Pordenone, Stefano Caravelli, ha detto che il contratto di lavoro a tempo determinato dell'insegnante non è stato rinnovato alla scadenza “per manifesta incapacità didattica” e ha escluso che esistano collegamenti fra questa incapacità ed eventuali lacune linguistiche. Tra i colleghi c’è chi ha preso le difese del maestro licenziato: “Il sindacato deve fare qualcosa: lo hanno mandato via con pregiudizio”.
Ma, allo stesso tempo, c’è anche chi ha preferito prendere le distanze dal suo modo di fare: “E’ una brava persona e aveva un buon rapporto con i bambini, ma se un insegnate non parla un idioma corretto, che docente è?”. L’impressione è che ci troviamo dinanzi all’ennesimo episodio di razzismo: siamo sicuri che se il docente avesse parlato il dialetto friulano   invece di quello campano sarebbe stato ugualmente licenziato? «La “marilenghe” è un’altra cosa - dicono le esperte di lingua -. Questo non appartiene alla nostra tradizione».

Su TelePordenone hanno usato lo stesso metodo, per scegliere l’insegnante nella trasmissione “Parlare italiano si può”, dedicata agli stranieri immigrati e da alfabetizzare,Il primo candidato di grande professionalità aveva una inflessione sicula: è stato silurato».!