sous le ciel de ...

BONJOUR PARIS !


 "Appena un’ora. Si arriva da Port Maillot. È facile." Spiega l’uomo seduto davanti a me, lato finestra alla coppia di giovani italiani alla di lui destra. "Io sono stato dai nonni, ho mangiato tanto, i miei amici non mi riconosceranno. L’Italia è bellissima." Sospira. "Parlate francese?" Chiede rivolgendosi a lei. "Un po’" risponde il ragazzo. "Redressez votre tablette s’il vous plaît (rialzi il tavolino)". L’assistente di volo interrompe la conversazione, l’apparecchio inizia la manovra di atterraggio. È mattino avanzato quando arrivo a Paris, la città è imbevuta di nebbia, persone e oggetti si muovono tra nubi grigie. La visuale non si estende oltre i due metri. Tredicesimo arrondissement, il chapeau  (cappello) ben calato sulla fronte a coprire orecchie e nuca, bavero alzato e sciarpa che cinge collo e spalle, attraverso le boulevard d’Austerlitz, direzione Montparnasse. Alcun rumore, appena percettibile lo spostamento d’aria, dissimulato tra la foschia, a qualche metro da me, una macchinetta solca la strada dall’altra parte dello accotement (spartitraffico). Dal cinque dicembre nella capitale francese si circola in autolib, contrazione di automobile elettrica di libero servizio. Come per le vélolib (la bici) è possibile prendere a noleggio un’automobilina elettrica e spostarsi per Paris il tempo che si desidera. Sono tutte uguali, tutte allineate, tutte pronte per l’uso. Si ricaricano con delle pompe di elettricità sistemate ai bordi dei trottoir (marciapiedi) in più punti della città. Hanno un’autonomia di 230 km. Sono dall’altra parte dell’avenue, attenta ad imboccare la direzione giusta, mentre la macchinina sparisce silenziosa nella nebbia. Quale tipo di inquinamento è più presente nel luogo dove vivete?