*I.M.p.E.r.O*

💗 Donne Mie 💗


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Donne mie che siete pigre,angosciate, impaurite,sappiate che se volete diventare personee non oggetti, dovete fare subito una guerradolorosa e gioiosa, non contro gli uomini,ma contro voi stesse che vi cavate gli occhicon le dita per non vedere le ingiustizieche vi fanno. Una guerra grandiosa contro chivi considera delle nemiche, delle rivali,degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuriatutti i giorni senza neanche saperlo,contro chi vi tradisce senza volerlo,contro l’idolo donna che vi guarda seducenteda una cornice di rose sfatte ogni mattinae vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,scintillanti di collane, ma prive di braccia,di gambe, di bocca, di cuore,possedendo per bagagliosolo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso(il dovere di amare vi fa odiare l’amore, lo so)un amore senza scelte, istintivo e brutale.Da questo amore appiccicoso e celestedobbiamo usciredonne mie,stringendoci fra noi per solidarietàdi intenti, libere infine di essere noiintere, forti, sicure, donne senza paure.Donne mie dalle dita che puzzano di aglio,donne mie dalle vene varicose, gli occhiferoci, le mani insolenti, la bocca timida,vi hanno insegnato a essere cretine, povere,dipendenti, vi hanno insegnato a diresempre di sì, con astuzia degradante, concandore massacrante, con vigore represso.Vi hanno insegnato a lavorare, a ubbidire,a tacere, a figliare, con gioia e purezzasenza acrimonia, per servire, aiutare,sostenere, consolare l’uomo, sempre luinella sua smagliante illusione razzista.Donne di marmo, di pece, di latte cagliato,voi lavorate ogni giorno senza stipendioper i figli, il marito, i cugini, i nipoti,i fratelli, i nonni, i padroni tuttiche vi vogliono belle e pure come oggetti sociali.Se dite no vi sembra di fare peccato,per questo dite sempre di sì, con l’animosciolto e la testa piena di fumo amaro,dire di sì e in cambio ricevere un baciodi buonanotte dal caro figlio del cuoresu una guancia rugosa che sa di lardo e di acqua sporcaDonne mie illudenti e illuse che frequentatele università liberali, imparate latino,greco, storia, matematica, filosofia;nessuno però vi insegna ad essere orgogliose,sicure, feroci, impavide. A che vi servela storia se vi insegna che il soggettounto e bisunto dall’ olio di Dio è l’ uomoe la donna è l’ oggetto passivo di tuttii tempi?A che vi serve il latino e il grecose poi piantate tutto in asso per andarea servire quell’ unico marito adoratoche ha bisogno di voi come una mamma?Donne mie impaurite di apparire pocofemminili, subendo le minacce ricattatoriedei vostri uomini, donne che rifuggiteda ogni rivendicazione per fiacchezzadi cuore e stoltezza ereditaria e bontàcandida e onesta. Preferirei morirepiuttosto che chiedere a voce alta i vostridiritti calpestati mille volte sotto le scarpe.Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,sappiate che se volete diventare personee non oggetti, dovete fare subito una guerradolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, macontro voi stesse che vi cavate gli occhicon le dita per non vedere le ingiustizieche vi fanno. Una guerra grandiosa contro chivi considera delle nemiche, delle rivali,degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuriatutti i giorni senza neanche saperlo,contro chi vi tradisce senza volerlo,contro l’idolo donna che vi guarda seducenteda una cornice di rose sfatte ogni mattinae vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,scintillanti di collane, ma prive di braccia,di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagagliosolo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so)un’ amore senza scelte, istintivo e brutale.Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo usciredonne mie, stringendoci fra noi per solidarietàdi intenti, libere infine di essere noiintere, forti, sicure, donne senza paura.Da “Donne mie” – 1974Dacia Maraini. 
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