"No, rimango qui. Andate, andate pure... Divertitevi." "Sei sicura, cara?" "Sì. A più tardi..." Una grande quercia. Un'ombra, ampia. Siedo. Fresco. "Tutto ciò non ti giova, sai..." Suono di passi. "Lo so. Lo so, ma non so oppormi. E' una forza superiore alla mia." "Perché non ci provi?" "Sei impazzito?" "Oh, e poi! Cosa temi? Non dirmi che stai diventando una sottanina!" "Questa è bella! Una sottanina, io! Impertinente! Sto soltanto dicendo... Che... Questa volta è diverso..." Mi volto, dato che i passi e le voci si fanno più vicini. Due giovani. Uno sconosciuto, ed uno che preferirei non dover vedere... Ora è troppo tardi, per fuggire! Sarei ridicola! "Tu, Beynaut, la prendi troppo alla leggera! Ti dico che, questa volta, è un sentimento vero. Importante!" "E tu, Fronsart, ti atteggi a povera vittima, abbandonata dalla buona sorte. Abbordala! Parlale!... Cos'è? Ti è caduta la lingua?" "Tu stai troppo tra i tuoi rustici, sai? Rischi di diventare uno di loro! Mancare... Così... Di sensibilità..." "Cuoricino!" "Alexis!" "Tibère! Sei insopportabile!" "E tu, invece? Tu, cosa conti di fare?" "Io non devo fare proprio niente. Finire d'inventare la storia per la mia Elle. Ecco." "Sai che è proprio una bimba graziosissima? Diventerà molto bella, da grande. E tu dovrai tenere a bada tante sottanine, come me, che la corteggeranno..." "Sì, sì... Per ora ha quattro anni. Ed è la più bella tra le principesse." "Non fatico a crederlo. E' veramente un pasticcino." "Che lieviterà, si riempirà di crema ed i suoi pretendenti assilleranno me!" "Tuo padre, magari..." "Mio padre... Sì, è vero. Io non ho diritto di parola, in questi affari. E ne sono più che felice. Sarà sua preoccupazione. Non mia." "Dove stiamo andando, Alexis?" "A ricevere gli ordini, per il servizio. No?" Appaiono, in piena luce. Ecco, il seduttore. Avanzano verso di me... No... Si fermano. L'altro si chiama Alexis. Il nemico, invece, si chiama Tibère. Lo ricorderò, indubbiamente. Io rimango al mio posto. Non mi è vietato, stare qui. Nessuno può impedirmelo. Nemmeno la sua presenza. Alexis avanza, ulteriormente, verso di me. Solo. Io continuo a guardarlo. Non distolgo lo sguardo. Perché dovrei? "Signora... Qui, sola? Posso... Possiamo aiutarvi?" Dicevo, giustamente, che sia soltanto un vile seduttore. Villano, oltre al resto! "Vi ringrazio, signore... Ma... Non ce n'è necessità... Ho scelto di sedere per qualche minuto, prima di ritornare verso le costruzioni, lì, più in fondo... Ho camminato a lungo... Ero un po' stanca... Ma... Ora va meglio. Vi ringrazio..." "Venite, vi aiuto ad alzarvi..." Mi porge la mano. Sarei inaccettabile, se la rifiutassi. Il suo compagno rimane immobile. "Siete certa che non possiamo accompagnarvi, signora? Stiamo andando nella stessa vostra direzione... Sempre che voi non ci giudichiate indiscreti... Ah... Perdonatemi... Io sono Alexis. Alexis Théodore de Beynaut. Avevo tralasciato di presentarmi... Scusatemi..." "Siete molto gentile, Alexis, ma, realmente, non serve..." Uno sguardo deluso. Caro! Mi suscita una tenera simpatia. E' dolce. Gentile. Non come quello zotico muto che non fa altro che guardarmi. Che non abbia mai visto una donna, in vita sua? Ne dubito... "Come desiderate, quindi..." "Io mi chiamo Catherine, Alexis. Catherine Laure." "Il nostro incontro è la nota migliore di questa nostra giornata, Catherine." Non so come rispondere. Mi guarda, come in attesa di un mio commento. "Bene... Quindi... Ora ci salutiamo... Proseguite a piedi? Se lo desideraste, potrei prestarvi la mia carrozza... E' poco lontana..." "Vi ringrazio ancora, signore. Non temete, continuerò la mia passeggiata. Non datevi pena, per me... E vi ringrazio ancora, per la vostra cortesia..." "Non ho fatto granché..." Ha uno splendido sorriso. "Forse il vostro amico vi sta attendendo..." Continua a comportarsi da marionetta... "Fronsart! Vieni qui... Ma... Non capisco!... Che maniera è?" Finalmente, si muove. Ora io dovrei andarmene. Realmente. Invece, rimango qui. "Buonasera, signora..." Accenno un saluto. Io non gli parlo! E' una questione di principio! "Scusatemi, signori... Buon proseguimento di giornata..." Poso il mio sguardo su entrambi. Ogni volta in cui lo vedo, qualcosa mi afferra lo stomaco e lo getta lontano da me. E' rigetto, credo. "Catherine!" "Sì, Alexis?" "Corre voce che, tra qualche tempo, a palazzo ci sarà una grande festa... Spettacoli pirotecnici e giochi d'acqua... Non è ancora certo... Ma... Perdonate l'impertinenza... Oramai siamo amici..." Sorride. "Sì?" "Potreste considerare di presenziare? Magari in compagnia di qualche vostra amica? Credo che, se sarà realmente stabilito, sarà un grande avvenimento... Aperto a chiunque desiderasse partecipare! Io so già che ci sarò... Con il mio amico Tibère ed un altro caro ragazzo... Sì, il nostro Charles... Bene... Dicevo... Potremmo ritrovarci... Danzare, accanto al canale... Avremmo modo di conversare più agevolmente che qui..." "Non ne avevo notizia, Alexis... Grazie, questa è cortesia squisita..." A differenza di te, brutto villano! "Oh!... Che cortesia! E' un semplice invito... Ci penserete, quindi?" "Sì, promesso. Mi terrò informata, non dubitatene..." "Allora vi lascio il mio bigliettino da visita... Solo in caso... Beh... Vogliate confermare la vostra presenza... Chiaramente, non dovete riferirvi a me... Era soltanto per... Ecco... Potere restare in contatto..." Una valanga d'entusiamo. I rustici che, a detta dello zotico che l'accompagna, frequenta, gli hanno trasmesso una sana vitalià ed una dolcezza che non ho mai incontrato. Un poco in mio padre, forse... Ma non così. Mi ricorda una pesca matura. "L'accetto volentieri, grazie... Non dubitate... Se dovesse essere confermato, ci sarò... E la prima danza sarà per voi..." Non per te, cafone! "Stiamo tardando, Beynaut..." Benissimo!... Di bene in meglio! "Oh!... Scusateci, Catherine..." Scuso te, non lui! "Sì, sì... Certamente. Grazie ancora..." Mi prende la mano – io non gliel'avevo offerta! - e la sfiora. Un bacio leggero. Gli accarezzo il viso con la punta del ventaglio. Da ora siamo amici. Lo sento. Li guardo allontanarsi. Una nuova amicizia, a sorpresa, e la conferma dell'assoluta incompatibilità con... Con l'altro. Ogni volta che l'incontrerò, fingerò di non vederlo. E' un giuramento. Non lo vedrò, non considererò la sua presenza. Per evidente che sia. Che rabbia!
Chaque fois
"No, rimango qui. Andate, andate pure... Divertitevi." "Sei sicura, cara?" "Sì. A più tardi..." Una grande quercia. Un'ombra, ampia. Siedo. Fresco. "Tutto ciò non ti giova, sai..." Suono di passi. "Lo so. Lo so, ma non so oppormi. E' una forza superiore alla mia." "Perché non ci provi?" "Sei impazzito?" "Oh, e poi! Cosa temi? Non dirmi che stai diventando una sottanina!" "Questa è bella! Una sottanina, io! Impertinente! Sto soltanto dicendo... Che... Questa volta è diverso..." Mi volto, dato che i passi e le voci si fanno più vicini. Due giovani. Uno sconosciuto, ed uno che preferirei non dover vedere... Ora è troppo tardi, per fuggire! Sarei ridicola! "Tu, Beynaut, la prendi troppo alla leggera! Ti dico che, questa volta, è un sentimento vero. Importante!" "E tu, Fronsart, ti atteggi a povera vittima, abbandonata dalla buona sorte. Abbordala! Parlale!... Cos'è? Ti è caduta la lingua?" "Tu stai troppo tra i tuoi rustici, sai? Rischi di diventare uno di loro! Mancare... Così... Di sensibilità..." "Cuoricino!" "Alexis!" "Tibère! Sei insopportabile!" "E tu, invece? Tu, cosa conti di fare?" "Io non devo fare proprio niente. Finire d'inventare la storia per la mia Elle. Ecco." "Sai che è proprio una bimba graziosissima? Diventerà molto bella, da grande. E tu dovrai tenere a bada tante sottanine, come me, che la corteggeranno..." "Sì, sì... Per ora ha quattro anni. Ed è la più bella tra le principesse." "Non fatico a crederlo. E' veramente un pasticcino." "Che lieviterà, si riempirà di crema ed i suoi pretendenti assilleranno me!" "Tuo padre, magari..." "Mio padre... Sì, è vero. Io non ho diritto di parola, in questi affari. E ne sono più che felice. Sarà sua preoccupazione. Non mia." "Dove stiamo andando, Alexis?" "A ricevere gli ordini, per il servizio. No?" Appaiono, in piena luce. Ecco, il seduttore. Avanzano verso di me... No... Si fermano. L'altro si chiama Alexis. Il nemico, invece, si chiama Tibère. Lo ricorderò, indubbiamente. Io rimango al mio posto. Non mi è vietato, stare qui. Nessuno può impedirmelo. Nemmeno la sua presenza. Alexis avanza, ulteriormente, verso di me. Solo. Io continuo a guardarlo. Non distolgo lo sguardo. Perché dovrei? "Signora... Qui, sola? Posso... Possiamo aiutarvi?" Dicevo, giustamente, che sia soltanto un vile seduttore. Villano, oltre al resto! "Vi ringrazio, signore... Ma... Non ce n'è necessità... Ho scelto di sedere per qualche minuto, prima di ritornare verso le costruzioni, lì, più in fondo... Ho camminato a lungo... Ero un po' stanca... Ma... Ora va meglio. Vi ringrazio..." "Venite, vi aiuto ad alzarvi..." Mi porge la mano. Sarei inaccettabile, se la rifiutassi. Il suo compagno rimane immobile. "Siete certa che non possiamo accompagnarvi, signora? Stiamo andando nella stessa vostra direzione... Sempre che voi non ci giudichiate indiscreti... Ah... Perdonatemi... Io sono Alexis. Alexis Théodore de Beynaut. Avevo tralasciato di presentarmi... Scusatemi..." "Siete molto gentile, Alexis, ma, realmente, non serve..." Uno sguardo deluso. Caro! Mi suscita una tenera simpatia. E' dolce. Gentile. Non come quello zotico muto che non fa altro che guardarmi. Che non abbia mai visto una donna, in vita sua? Ne dubito... "Come desiderate, quindi..." "Io mi chiamo Catherine, Alexis. Catherine Laure." "Il nostro incontro è la nota migliore di questa nostra giornata, Catherine." Non so come rispondere. Mi guarda, come in attesa di un mio commento. "Bene... Quindi... Ora ci salutiamo... Proseguite a piedi? Se lo desideraste, potrei prestarvi la mia carrozza... E' poco lontana..." "Vi ringrazio ancora, signore. Non temete, continuerò la mia passeggiata. Non datevi pena, per me... E vi ringrazio ancora, per la vostra cortesia..." "Non ho fatto granché..." Ha uno splendido sorriso. "Forse il vostro amico vi sta attendendo..." Continua a comportarsi da marionetta... "Fronsart! Vieni qui... Ma... Non capisco!... Che maniera è?" Finalmente, si muove. Ora io dovrei andarmene. Realmente. Invece, rimango qui. "Buonasera, signora..." Accenno un saluto. Io non gli parlo! E' una questione di principio! "Scusatemi, signori... Buon proseguimento di giornata..." Poso il mio sguardo su entrambi. Ogni volta in cui lo vedo, qualcosa mi afferra lo stomaco e lo getta lontano da me. E' rigetto, credo. "Catherine!" "Sì, Alexis?" "Corre voce che, tra qualche tempo, a palazzo ci sarà una grande festa... Spettacoli pirotecnici e giochi d'acqua... Non è ancora certo... Ma... Perdonate l'impertinenza... Oramai siamo amici..." Sorride. "Sì?" "Potreste considerare di presenziare? Magari in compagnia di qualche vostra amica? Credo che, se sarà realmente stabilito, sarà un grande avvenimento... Aperto a chiunque desiderasse partecipare! Io so già che ci sarò... Con il mio amico Tibère ed un altro caro ragazzo... Sì, il nostro Charles... Bene... Dicevo... Potremmo ritrovarci... Danzare, accanto al canale... Avremmo modo di conversare più agevolmente che qui..." "Non ne avevo notizia, Alexis... Grazie, questa è cortesia squisita..." A differenza di te, brutto villano! "Oh!... Che cortesia! E' un semplice invito... Ci penserete, quindi?" "Sì, promesso. Mi terrò informata, non dubitatene..." "Allora vi lascio il mio bigliettino da visita... Solo in caso... Beh... Vogliate confermare la vostra presenza... Chiaramente, non dovete riferirvi a me... Era soltanto per... Ecco... Potere restare in contatto..." Una valanga d'entusiamo. I rustici che, a detta dello zotico che l'accompagna, frequenta, gli hanno trasmesso una sana vitalià ed una dolcezza che non ho mai incontrato. Un poco in mio padre, forse... Ma non così. Mi ricorda una pesca matura. "L'accetto volentieri, grazie... Non dubitate... Se dovesse essere confermato, ci sarò... E la prima danza sarà per voi..." Non per te, cafone! "Stiamo tardando, Beynaut..." Benissimo!... Di bene in meglio! "Oh!... Scusateci, Catherine..." Scuso te, non lui! "Sì, sì... Certamente. Grazie ancora..." Mi prende la mano – io non gliel'avevo offerta! - e la sfiora. Un bacio leggero. Gli accarezzo il viso con la punta del ventaglio. Da ora siamo amici. Lo sento. Li guardo allontanarsi. Una nuova amicizia, a sorpresa, e la conferma dell'assoluta incompatibilità con... Con l'altro. Ogni volta che l'incontrerò, fingerò di non vederlo. E' un giuramento. Non lo vedrò, non considererò la sua presenza. Per evidente che sia. Che rabbia!