Noblesse

Notre retour


Io mi chiedo, soltanto, il motivo della mia presenza, qui... La notte m'impedisce di scrutare il paesaggio... Sarebbe stato un ottimo passatempo. Tengo, ugualmente, lo sguardo fisso, oltre il finestrino. Qualche goccia di pioggia è rimasta, e scivola, lentamente, verso la base. Il motivo della mia presenza è semplice. L'amo. Il selciato e le voci degli abitanti notturni mi ricorda che siamo in città. Credo che siamo quasi in pieno centro. I cavalli hanno rallentato la loro andatura, e la vettura si muove come in una surreale ninna – nanna. La mia preziosa ha chiuso gli occhi, ed ha posato il capo ad uno dei cuscini. "Siete stanca, Michelle?" Il suo sguardo si apre, lentamente, su di me. Sorride. "Scusatemi, Gérard. Sì, sono molto stanca. Non capisco... Oggi pomeriggio sono rimasta nella mia stanza per diverse ore... Mi credevo perfettamente riposata... Dove siamo?" "Non l'ho capito... La notte è molto buia, ma credo che siamo in centro. Stiamo procedendo molto lentamente." "Stavo pensando..." "Sì?" "Credete che sarebbe molto indegno, da parte mia, se io vi chiedessi di ritornare a casa?" A cosa stai pensando, esattamente? "Come, Michelle?" "Sì... Sì... Vi chiedo di perdonarmi, ma... Io..." "Voi?" "Non adiratevi, vi prego!" "Adirarmi? Perché dovrei?" "Perché ho giocato tanto alla preziosa, ed ora vi chiedo di tornare!" "E la visita al vostro amico, Michelle?" "Non ci sarà alcuna visita, Gérard. Alcuna visita." Chiudi, nuovamente, gli occhi. Forse, non attendi nemmeno la mia risposta e, forse, non vuoi che io ti interroghi in proposito. Due leggeri colpi al piccolo finestrino interno, e la carrozza viene fermata. Mi sporgo. "Sì, Gérard?" "Di grazia, potremmo tornare? Abbiamo cambiato programma... Scusami..." "Subito!" "Grazie... Grazie infinite..." L'aria gelida della notte mi lascia apprezzare il caldo limbo in cui mi trovo. "Amica mia..." I tuoi occhi, su di me. "Tra poco saremo a casa... A casa vostra, intendo... Tra poco... Lasciate che io vi copra..." Accenni. Stendo il mio mantello sulla tua figura abbandonata al sonno. Ti stringo la mano. Il tuo calore mi scende fino in fondo all'anima. Quindi, la nostra passeggiata rimarrà un mero progetto, non realizzato. La visita al grande invalido, anche. Non le rimpiango. Nemmeno la passeggiata. La sentivo come un obbligo, da parte tua, e sono molto fiero di te, per essere stata così coraggiosa da chiedermi di abbandonare tutto, e tornare a casa. Forse sei stanca, a causa dei preparativi delle nostre nozze. Forse, la tua anima non sa affrontare una simile prova. Non con me accanto, almeno. Forse non l'ami più? Ah, questa è una mia molto più che pia illusione. L'ami, l'ami, di tutto cuore... Rinunci a vederlo soltanto perché io sono qui... Siamo nuovamente fermi. Apro lo sportello. "Lasciami dieci minuti... Riaccompagno Michelle in casa e torno..." Un accenno ed un sorriso. Continui a dormire. Scelgo di prenderti tra le braccia, sollevarti e portarti in casa. Lentamente, per non svegliarti. Non so chi tu stia sognando, ma mi abbracci. Un dolce, innocente, languido abbraccio. Giusto ciò di cui necessito, per sentirmi meglio. Stai sognando la tua perla nera. Certamente, non pensi a me, stringendo in questo modo. L'entrata è vuota. Salgo le scale. Mi pare di ricordare dove sia la stanza. Calda, accogliente. Ti adagio al letto. Sciolgo i lacci del tuo abito, e ti ricopro. Non è la sistemazione migliore, ma non ho trovato un altro modo. Mi si stringeva il cuore, all'idea di svegliarti. Sei così bella, abbandonata al sonno! Un leggero sorriso aleggia sulle tue labbra. Deliziosa Michelle! Che lascio qui, ora, trasportata, dalle ali dell'amore. Ti auguro i sogni migliori, gioia della mia vita! Grazie per tutto ciò che mi hai regalato, tesoro splendido! Dolcissima buonanotte, amore!   Mio.