Noblesse

Mes idées


E' uscito. Il suono della porta, che veniva chiusa. Un tocco leggero, come nello sciogliere i lacci del mio abito. O nel prendermi tra le braccia. Reggere la mia testa, falsamente abbandonata al sonno. Un abbraccio. Un abbraccio che li inglobava, entrambi. Non ho potuto. Non ho potuto. Non ho voluto. Ferire la sua sensibilità, fino all'estremo. Posso soltanto immaginare come possa sentirsi.  Io non so cosa provi, cosa senta per me. So che mi evita. So che fatica a rispondere ai miei saluti, ai miei tentativi d'avvicinamento. D'approccio. Ed appare, improvvisamente, qui. Questa sera. Bene... Gli avevo scritto, ma non immaginavo che sarebbe venuto qui. Credevo che mi avrebbe risposto. Forse. Lo speravo. Non avrei mai pensato che si sarebbe offerto per accompagnarmi a trovare Maxime. Cosa può aver pensato? Quali saranno stati, i suoi ragionamenti? Non era obbligato, riguardo a me. Eppure... S'è offerto di aiutarmi. Dimostrandomi amicizia e disponibilità. Per quanto, credo, questo passo gli sia costato molta fatica. Se non altro, almeno per i sentimenti che immagino possa provare per lui. E se fosse arrivato ad odiarlo? Non lo conosce. Certo che Montboisy non ha, nemmeno lontanamente, tentato di stringere amicizia con lui... Conoscendolo, è molto che non l'abbia sfidato. Sono stanchissima. E vorrei una fettina di torta. Un caffè. Una tazza di cioccolato. Fame e sonno. Sonno e fame. Mio Dio, Michelle! L'apprensione da matrimonio? Se dovessi continuare così, dovrei far allargare il vestito già per la terza volta! Sto diventando un po' troppo tondetta. No. Va bene così... Gérard ha tentato. Impercettibilmente, ma ha tentato. Un sorriso, un cenno del capo... Il cedere il passo, ogni qualvolta s'incontravano... Io lo so. Cocciutissimo non ha mai ceduto. Nemmeno d'un millimetro. Mio Dio, se è difficile, parlargli, quando non vuole ascoltare! Lo fa per difesa. Lo so. Ma... Questa povera creatura, come può averlo offeso? Sposandomi. L'ho già detto. Non è colpevole. Ho percepito la sua emozione, mentre mi allacciava il corsetto. Ho sentito il suo sguardo su di me. Il suo silenzio valeva per tutte le parole che avrebbe potuto pronunciare. Era un silenzio molto più che significativo. Il respiro gli era rimasto in gola. Felice la donna che viene svestita da lui... Il suo tocco è gentile. Rispettoso. Titubante. Commovente. Sorridevo, quando è uscito. Sorridevo all'idea della tenerezza suscitata, in me, dal suo sciogliermi, questa volta, i nastri dell'abito. S'è spinto ad allargarne i lembi. Mi chiedo se abbia immaginato la mia figura, sotto la veste. O se abbia distolto lo sguardo. Le sue dita tremanti mi avevano quasi convinto ad aprire gli occhi ed attrarlo a me. Ho preferito fingere. Non posso sapere se sarei stata invadente. Se avrei recato torto ad un'altra. Od a lui. Non lo merita. Sarei stata molto più felice se Maxime e lui fossero diventati amici. Se ci avessero, almeno, provato. Se uno di loro ci avesse provato. No. Ha voluto inscenare la parte dell'eroe.  Ed ora, io sono qui. Senza avere sue notizie. Senza sapere come stia. Sperando che mi pensi. Sperando che sappia che io lo sto pensando. Sapendo che Gérard si stia tormentando, credendo che io sia in collera con lui. Per il semplice fatto che esista. In collera! Non ha capito che il mio abbraccio stesse cercando di rincuorarlo? Non s'è proprio capito?  Ma... Vorrei anche qualche pasticcino... Non sa? Non sa che io avrei tanto desiderato che fosse rimasto? Avremmo potuto trascorrere la notte chiacchierando... Avremmo potuto parlare. Di noi. Avrebbe potuto restarmi accanto. Ne sento un bisogno così intenso!  Sarà andato da lei. Questo è il motivo per cui non è rimasto.  Ora giace tra le braccia della sua donna. Ed io avrei pensato di tenerlo accanto a me! Illusa! Con quali argomenti? Le fette di torta e le tazze di caffè? Pietosa! E' bello. Non me n'ero mai accorta, così bene. Sfugge peggio delle anguille! Comunque sia... Questa sera ho potuto osservarlo. Sì... Bello. Gentile. Dolce. Un pochino troppo, forse. Mi sono sentita rassicurata, dalla sua presenza. Come se, per me, fosse importante. Qualcuno dovrà scrivere ad Anaïs. Ci attendeva. Mi attendeva. Ed io non mi sono presentata. Mi chiedo se Phélin mi giudicherà, o tenterà di comprendere i miei veri sentimenti, e la reale motivazione del mio comportamento. Mi chiedo se io non stia aggiungendo sofferenza a sofferenza.  Non ho potuto impedirmi d'innamorarmi. E non posso impedirmi di pensarlo. Di pensarli. Entrambi, oramai... E se la nostra unione dovesse risultare infelice? Chi dovrei ringraziare? Spero che Claude e Stéphane sappiano restargli accanto. Che occupino, degnamente, il mio posto... Sì, perché il mio posto è accanto a lui.