Son absence

Post n°429 pubblicato il 01 Agosto 2015 da Disegnorupestre
 
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Senza.

 

In questa nuova stanza, niente che mi sia familiare. Niente che sappia di me.

 

Ho sentito, nel risvegliarmi, un profondo senso di abbandono.

 

Eppure...

 

Eppure sono un uomo. Adulto. Maturo.

 

Posso confessarmelo.

 

Mi sono sentito perso. Il tempo di comprendere, e tutta la realtà è tornata in superficie. Niente che sia mio. Niente verso cui io possa dirigermi con sicurezza e fiducia.

 

Sono, comunque, un ospite.

 

Per quanto sia la mia casa. Non ci venivo da troppo tempo, ed ho perso il contatto con il suo spirito.

 

Non è nemmeno il luogo... Sì, dovrebbe essermi familiare... Non è vero... Non che non lo sia...

 

Sono arrivato, ed è stato come rivivere tutto.

 

La prima volta, insieme. Le nostre passeggiate. La scoperta dei luoghi e la sorpresa.

 

Come ha iniziato ad amare questa casa.

 

Io, ora, vorrei, profondamente, non riconoscerla. Cela troppi ricordi.

 

Tutto ciò che è stato nostro, è passato da qui.

 

Ed io... Ora... Non posso più.

 

Non posso stringerla a me... Non posso parlarle...

 

Non possiamo più ridere, insieme. Non possiamo più confrontarci. Non possiamo più essere su posizioni diverse ed opposte...

 

Non posso più sentirla ridere. Non posso più vederla piangere. Non posso più abbracciarla ed asciugarle le lacrime.

 

Non posso più baciarla.

 

La mia sensazione di abbandono e miseria è giustificata. Radicalmente giustificata.

 

 

Dalla sua assenza.

 
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J'essayerai

Post n°428 pubblicato il 17 Luglio 2015 da Disegnorupestre
 
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Domani.

 

Domani. Mancano poche ore.

 

"Lo faresti, amico mio?"

 

"Io!?"

 

"Sì..."

 

"Io..."

 

"Sì?"

 

"Io... Non so assumermi una simile responsabilità!"

 

"Non sai?"

 

"Non ho mai pensato che avrei insegnato a qualcuno! Dominic!"

 

"Anaïs ed io non vogliamo altri che te e Fabien."

 

"Me e Fabien! Gliel'avete chiesto?"

 

"Sì."

 

"Quindi!?"

 

"Ha accettato."

 

"Quando?"

 

"È uscito da qui poco prima che tu arrivassi... Non siete riusciti ad incontrarvi..."

 

"Perché non ci avete invitati insieme?"

 

"Pensavamo che, signolarmente, sareste riusciti ad essere più obiettivi... Che non in coppia."

 

"Idea grandiosa!"

 

"Antoine..."

 

"Sì?"

 

"Se la richiesta venisse soltanto da Anaïs..."

 

"Cosa!"

 

"L'accetteresti?"

 

"Che domanda è, Dominic!"

 

"Esattamente ciò che ti ho chiesto."

 

"Mi è assolutamente indifferente."

 

"Non credo."

 

"Vuoi che sia Anaïs a chiedermelo?"

 

"Sì."

 

L'infido le ha chiesto d'entrare. Ci siamo guardati ed abbiamo sorriso. Era chiaramente imbarazzata, per quanto tentasse di non mostrarlo. A me!

 

"Mia cara Anaïs... Cosa mi stai nascondendo?"

 

"Cosa ti sto nascondendo, mio caro Antoine?"

 

"Dominic dice che io dovrei istruire... Vostro figlio... Nell'arte della scherma... E... Non contento... Mi parla anche d'equitazione. Dice che... Voi... Vorreste soltanto... Soltanto me e Fabien..."

 

così..."

 

"L'idea... Balzana... Da chi ha preso corpo?"

 

"Da me, Tou."

 

"Da te!"

 

"Sì. Io non considero nemmeno l'ipotesi di affidare mio figlio a qualcun altro. Non per questo, almeno!"

 

"Mi incaricherete anche del catechismo, e più avanti, nel tempo, dell'onestà!"

 

"Sarebbe troppo... Ma non ti nascondo d'averci pensato!"

 

"Ni!"

 

"Cosa!? Non vuoi! Dimmelo!"

 

"Ascoltami... Ascoltami! Tesoro mio bello... Amatissima... Io non sono un maestro di scherma... Nemmeno d'equitazione... Non sono un prete e non so instillare precetti!"

 

"Sai combattere?"

 

"Sì!"

 

"Sai montare?"

 

"Sì!"

 

"Hai fede?"

 

"Non se ne parla! Oh, no! No... Vi amo alla follia, ma non mi schiaccerete con una simile incombenza!"

 

"Sei un galantuomo. Non devo chiedertelo."

 

"Non sta a me, dirlo."

 

"Tesoro mio..."

 

"No, Anaïs!"

 

"Tesoro... Amatissimo..."

 

"Ho detto no!"

 

"Maxime sarebbe felicemente a proprio agio, con te e Fabien. L'altro mio amico ha già accettato..."

 

"Io non lo sarei, quindi!"

 

"Antoine!"

 

"Ascoltatemi... Io credo d'aver dimenticato quasi tutto... Non sto a preoccuparmi della linea dei piedi, quando monto a cavallo! Lo faccio! Non posso certamente essere un esempio, così! Secondo te... Secondo voi, io ricordo l'esatta posizione dell'anulare destro, nell'impugnare la spada?!"

 

"Sì."

 

"Miei carissimi... Io vi ringrazio... Di tutto cuore... Anaïs..."

 

"Sì?"

 

"Non volermene... Soltanto Fabien farà da maestro a vostro figlio... Gli errori saranno suoi."

 

"Anaïs..."

 

"Sì?"

 

"Non possiamo e non dobbiamo costringerlo... Scusa, Antoine..."

 

"No... Io mi scuso... No... No... Se Maxime fosse mio figlio, potrei pensarci... Forse... Ma l'idea di trasmettere degli errori ad un bimbo così piccolo... Mi ripugna... Spero che mi comprendiate..."

 

"Sì, certamente..."

 

"No. Io no!"

 

"Amica mia..."

 

"Comprendo i tuoi motivi, ma non comprendo la tua scelta..."

 

La cena è trascorsa in altri, volutamente altri argomenti. Mi sono sentito come strangolato. Felice che avessero pensato a me... Completamente inadatto, però, per un simile ruolo. Mi sono congedato alle dieci.

 

Stavo salendo in carrozza, quando ho sentito una mano, leggera, posarsi al mio braccio.

 

"Anaïs!"

 

"Soltanto una parola, Tou."

 

"Dimmi. Vieni, siedi."

 

"Io so che non vuoi... Lo so. Lo so. Ti chiedo soltanto il favore... Il favore che, - lo so, non mi negheresti mai! - di rifletterci. Pensaci. Valuta le tue reali competenze, poi torna. Solo allora io saprò accettare la tua decisione..."

 

"Ni..."

 

"Per favore, Antoine. Per favore."

 

Io non ho mai considerato d'essere particolarmente capace. Provo a dare il mio meglio, questo sì... Ma... Non considero di pensare che ogni mia azione sia perfetta. Non penso. "Oh! Questo è il mio meglio!". Agisco.

 

Anaïs sapeva che parole rivolgermi. Sapeva che, poi, solo, sarei tornato sull'argomento. Siamo troppo amici... Ho trascorso la notte, a pensarci. Ad accogliere e rifiutare la sua richiesta.

 

Ho accettato. Marianne ne è stata entusiasta. L'ha definita una splendida occasione.

 

Dopo lungo riflettere, mi sono sentito onorato, e felicissimo, che avessero scelto me. Fabien ed io ne abbiamo parlato. Era scosso da mille dubbi, tanto che, oramai preso dal mio nuovo ruolo, gli ho mostrato soltanto il lato migliore di ciò che eravamo chiamati a fare.

 

Ho studiato. Ho ripetuto. Mi sono allenato. Da solo e con Fabien.

 

Domani è il giorno della prima lezione.

 

Il piccolo Maxime dipenderà da me. La sua prima impostazione e la sua prima idea dell'universo che circonda noi, gli adulti.

 

Ai suoi occhi non dovranno esserci mancanze.

 

Io non so se saprò regalargli tutto ciò che potrà servirgli. I suoi occhi saranno fissi su di me. Più di ciò che riesco a sopportare...

 

Ora vorrei dormire..

 

 

Tenterò...

 
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Un certain lieutenant de police

Post n°427 pubblicato il 12 Luglio 2015 da Disegnorupestre
 

A volte le notizie "ti cadono in mano"...

 

Le pilonnage des prohibiti, qui se faisait en présence d’un officier de police. Claude-Henri de Feydeau de Marville, lieutenant, en prélevait quelques-uns, et s’est ainsi constitué une fantastique bibliothèques d’ouvrages séditieux. 

 

Il sequestro dei prohibiti, a cui si procedeva in presenza di un ufficiale di polizia. Claude-Henri Feydeau de Marville, luogotenente, ne prelevava alcuni, e si è, così, costruito una fantastica biblioteca di opere sediziose.

 

Les mille et un secret d'un livre (on line)

 
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Attend-moi!

Post n°426 pubblicato il 12 Luglio 2015 da Disegnorupestre
 

Non sto dormendo...

 

Tu, sì. Ti ho sentito allentare la stretta alla mia mano pochi minuti dopo essere entrato. Vinto dal sonno.

 

Forse avresti voluto "svegliarmi"... Avresti voluto riprendere la nostra baruffa... No... Hai preferito evitare, e te ne ringrazio.

 

Io non intendevo, affatto, litigare! Volevo soltanto tornare a casa... Ma... Sapevo che ti avrei deluso... Se non fossi rimasto...

 

Non sono stato l'amico che conosci, ragazzo mio! Non sono stato sufficientemente fraterno... E... Complice, malauguratamente, una giornata troppo lunga, non sei riuscito a vedere oltre il piacere di stare insieme ed il desiderio di riposare.

 

E' comprensibile.

 

E' umano.

 

E' giusto.

 

Il mio, probabilmente, è stato soltanto un capriccio causato dai tuoi stessi motivi.

 

Ero stanco.

 

Ero affamato.

 

Ero esasperato.

 

Non ci siamo trovati, come usiamo solitamente, fratellino. Non pensare, mai, che io sia in collera con te!

 

Dovrebbe essere il contrario!

 

A volte mi lascio andare... Lo sai...

 

A volte i pensieri negativi prendono il sopravvento sul resto... E non trovo consolazione. Cado in un baratro di solitudine e di tristezza, e non voglio uscirne.

 

Sto bene, lì, nel mio buio e nella mia compiaciuta sofferenza.

 

Questo ti procura un profondissimo dispiacere, e ti lasci invadere dal senso d'impotenza.

 

Scusami!

 

Perdonami... Non avrei dovuto...

 

Se io ti parlassi, ora, del mio tormento, non lo comprenderesti. Non lo considereresti degno di nota, e credo di sapere il perché.

 

Tu non immagini, nemmeno remotamente, che una donna possa sentirsi attratta da te.

 

Non rientra nella rosa delle tue possibilità.

 

Sbagli, fratellino mio... Sbagli.

 

Non immaginandolo, non consideri nemmeno che un uomo possa sentirsi, in qualche modo, geloso di te.

 

Guardi, osservi... Ma... Da lontano.

 

La gravità di ciò che mi ha colpito non ti tocca minimanete, e, questo è il peggiore dei mali, non lo consideri. Non l'immagini.

 

Non esiste.

 

Io soffro, intensamente... Sono disperato!, e tu mi parli di cosa?

 

Di caccia, di danze, di rappresentazioni musicali, di cani, di cavalli, di libri, di duelli...

 

E mi sorridi!

 

Io ti odio!

 

Ti odio. Per questa tua spensieratezza, che riesce a vedere il bene ed il roseo futuro anche nella peggiore tragedia!

 

Ti hanno inoculato qualche germe sconosciuto, da piccolo?

 

Perché non so strillarti "amo Anaïs! - e tu – razza di zotico – non soltanto – non mi capisci – ma nemmeno ti accorgi – di me"?

 

Ah!

 

Se anche io lo facessi, cosa cambierebbe?

 

Mi guarderesti, con quel tuo sguardo... Sì! Sai benissimo quale, e mi diresti: "Ebbene? Diglielo!"

 

Bravo!

 

Hai risolto la situazione!

 

Sei affamato? Mangia!

 

Sei stanco? Dormi!

 

Benissimo!

 

Perché sto qui a macerarmi l'anima, mentre tu stai dormendo?

 

Dimmi... Temi che io sia in collera con te?

 

Oppure...

 

Hai iniziato a detestarmi? Non mi vuoi più bene?

 

Tua madre mi ha suggerito di parlare alla nostra Ni... Non lo farò. Mai! Non mi corrisponde, lo sappiamo... Cosa potrei fare, se non coprirmi di ridicolo? O, peggio, suscitare la sua compassione?

 

La nostra bellissima amicizia sarebbe irrimediabilmente compromessa!

 

Antoine... Hai cenato? Ti sei occupato un po' di te?

 

Sento il profumo delizioso che emana dai tuoi capelli. La tua mano è calda. Il tuo respiro è tranquillo.

 

Sì...

 

Spero che tu non mi odi, che la nostra fraternità non sia in pericolo...

 

Se sei qui... Forse...

 

Forse non sei così adirato come mi eri sembrato, poco fa...

 

Mi hai detto di sentirti inadeguato. Tutti i giorni.

 

Tu?

 

Perché non me ne hai mai parlato?

 

Non mi consideri degno della tua confidenza? Non mi sembrava...

 

Non ti senti a tuo agio, con me?

 

Cosa ti impedisce di parlarne?

 

Sono così stanco!

 

Provo a tornare a chiuder gli occhi, ora...

 

Ascolterò il tuo respiro e proverò a seguirti, lungo la strada serena che stai percorrendo.

 

 

Attendimi!

 
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Post n°425 pubblicato il 06 Luglio 2015 da Disegnorupestre
 

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