Tutto quello che sei

da Diario Doppio


[........]I conti li fa il portafoglio, non le parole al vento settembrino.Scarpe si, e buone se il prezzo è ragionevole. Vestiti si e idem, come le scarpe. Come sempre si baratta insalata con pomodori della vicina. Come sempre si prende la carne che si può, il pane che si può. Anche le uova, anche la frutta che si può.Si scambiano idee sul risparmio, si prepara un attento inventario di quel che serve assolutamente.Vale per i pensionati, come per i ragazzi che non trovano lavoro, vale per tutti.Alla fine della fiera sono i piccoli consumatori che tengono in piedi l’economia. Se a loro mancano i soldi per il lusso, per il superfluo non si conti che tutto possa andare, prima o poi, bene.E non basta, né vale correre all’estero a impiantar aziende che hanno breve luce di sole.Gli italiani non sono abbastanza stupidi da finanziare aziende che hanno tutte le loro basi all’estero anche se nome italiano.Sentivo di questi boicottaggi casalinghi (che sono temibilissimi, perché le massaie sono severe e passano sempre parola) molti anni fa, adesso siamo al delirio, positivo. Neanche un solo euro a chi fa lavorare i bambini, non un centesimo alle ditte che hanno trasferito tutte le loro aziende produttive all’estero.Nessuna donna di casa mantiene le multinazionali che sfruttano gli operai cinesi.Miei cari imprenditori e stilisti, la massaia sa che applicate un rincaro del 400% e quella borsa e quelle scarpe vendute a 40 euro vi sono costate in tutto appena 3 euro sani!E con quel che resta ci mantenete solo quattro commesse e tre direttori, il resto prolifica altrove, ma non in Italia. I prezzi di certi marchi crollano letteralmente sui mercati, nessuno prende quel famoso marchio italiano che ormai di italiano non ha neanche i peli sulla lingua.Vogliono sapere!Scandagliano le etichette e non vogliono sentir ragioni di commessi. Deve essere made in Italy, ma spesso neanche questo soddisfa i più attenti. Infatti la dicitura non sempre è autentica, falsificano anche quella e non provate a dire che non è vero. E’ cosa vista a occhi aperti.Si controllano tutte le diciture, si segue ogni passo delle aziende più vicine, e si ascolta e si pensa. Hai deciso di fabbricare le tue borsette multicolori all’estero? Bene e là vendile!Ma il sano imprenditore sa che all’estero la partita della vendita è quasi persa, anche se non ovunque. Sa che spesso non viene apprezzato il valore di un oggetto ben fatto, sa che questo tempo avrà anche fine. Qualcuno era partito e già ha fatto ritorno, codina tra le gambette, dovendo ammettere che chi troppo vuole prende qualche calcio nei coglioni.Lo so che alcuni hanno preso anche soldi di sovvenzioni, ma quando si prepara una nuova attività in un paese lontano si spende molto e se questo momento economico non dura abbastanza per ammortizzare le spese… Beh, alla fine ci si rende conto che si è perso anche il tempo, il proprio e non solo.Gli imprenditori spesso pretendono di esser poeti, invece dovrebbero solo essere economisti attenti. Da poeti credono di predire il futuro (esercizio sempre lesivo), arriva un governo che dice che saranno meno tassate le imprese che hanno meno di cinquanta dipendenti? E tutti quelli che stan sopra a licenziare!Finito di licenziare, quando i migliori assi sono andati via e non torneranno indietro neanche al doppio del vecchio stipendio, cambiano idea politica e anche quelli che di dipendenti ne hanno quattrocento pagano meno. Se non addirittura meno chi ne ha seicento e più quelli che ne hanno trenta!Come economisti siete degli emeriti imbecilli.Non capite la differenza tra due più due e la poesia di Prevert. Le cancre. Il dit non avec la têtemais il dit oui avec le coeur(Jacques Prevert – da “Paroles” ). Se volete fare i poeti imparate prima a dire no con la testa e si con l’anima, come suggeriva Prevert.E se siete imprenditori, trovate a casa vostra le strade, guadagnate meno ma non sputate addosso ai clienti che vi hanno reso imprenditori. Il resto verrà da se, i nipoti dei dipendenti, se anche non sono i vostri nipoti naturali, troveranno un modo per aprire aziende anche dove ancora non vi sono, trattando equamente i dipendenti, senza pensare a sfruttamenti o a incentivi governativi. La vera arte dell’economia è più alta di quanto si immagini, non serve poesia ma ferma razionalità imprenditoriale. Non basta apparire nelle foto dei giornali per convincere l’operaio che lavora nella vostra azienda che siete ancora al top delle possibilità. Lui vede la vostra faccia tesa quando uscite dall’ufficio, lui sa se e quando è tempo per trovare un altro lavoro. Quindi adesso tutti a licenziare il cinquantunesimo operaio, domani lo piangeranno come l’amico più caro, falsamente.E poi vogliono guadagnar denaro e loro stessi ne sputano sopra ogni schifezza.   Patrizia.