SENZA FINE

VERGOGNA!!!!!!!


Un goffo tentativo di nascondere la polvere dello scandalo sotto il tappeto. In Cina la cronologia della frode del latte alla melamina si fa di giorno in giorno più precisa, e rivela impietosamente il volto di un Paese che a livello di garanzie non riesce a tenere il ritmo dell'impetuoso sviluppo produttivo. Ieri l'agenzia Nuova Cina ha reso noto che il gruppo statale Sanlu, la principale azienda casearia coinvolta nello scandalo, ha nascosto la verità per mesi. L'azienda aveva infatti cominciato a ricevere reclami sugli effetti del suo latte in polvere per neonati già nel dicembre del 2007. Tuttavia Sanlu non ha fatto alcun test fino al giugno 2008, data in cui ha appreso che la melamina era stata aggiunta al latte, e non ha informato le autorità locali che il 2 agosto. A quel punto è scattata l'omertà olimpica, la consegna del silenzio per non macchiare l'immagine di gioia ed efficienza che il Giochi di Pechino dovevano trasmettere al mondo. Un silenzio criminale che è costato finora la vita a quattro neonati, mentre sono già 53 mila quelli intossicati.L'allarme ha ormai superato i confini del gigante asiatico. Pechino si è impegnata a fare di tutto perché il latte avvelenato non entri più nella filiera produttiva, e ha avviato un giro di vite sulle esportazioni. Ma il livello di attenzione alle frontiere si è innalzato in tutto il mondo. Nell'Unione europea nessun bando alle importazioni di prodotti a base di latte, purché ci siano le prove che non sono contaminati dalla melamina. Fermo restando che le esportazioni di latte in polvere sono già vietate perché non esiste un sistema di controllo, la Ue ha chiesto alla Cina «di confermare, per i prodotti a base di latte come la cioccolata, che non contenga latte o, in caso contrario, provare che non si tratti di latte contaminato», ha detto ieri un portavoce. Quanto agli Stati membri, resta la «richiesta di rafforzare i controlli sulle importazioni di prodotti a base di latte, sia a livello di operatori agroalimentari, sia a livello di autorità pubbliche».Ieri primi sequestri di merce cinese (latte, yogurt e biscotti) sono stati effettuati in diverse città del Nord, a cominciare da Milano e Firenze, e nelle Marche. Lo ha reso noto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che ha anche detto che l'Italia ha introdotto una certificazione che dovrà contenere l'assicurazione che i prodotti alimentari venduti in Italia non abbiano tracce di latte e derivati cinesi. Da parte sua, Coldiretti sottolinea come lo scandalo confermi la difficoltà, da parte della Cina, di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare. Coldiretti segnala inoltre che a rischio sono anche i prodotti lattiero-caseari del falso made in Italy realizzati in Cina.