Universo persona

L'ATTENZIONE ALL'ANZIANO


“Saper invecchiare è il capolavoro della saggezza e una delle cose più difficili nell’arte difficilissima della vita” (F. Amiel)L’attuale tendenza nell’affrontare i temi legati alla persona tende sempre più al superamento di facili restrizioni tipologiche e classificazioni, che costringono la concezione dell’essere umano in rigidi schemi, dannosi per un’individualità insopprimibile e un’irripetibile personalità dei soggetti. Tale premessa, valida qualsiasi fase della vita si consideri, diventa ancor più rilevante se di fronte a sé si  trova un anziano: il frutto di un’esistenza le cui esperienze e vissuti precedenti sarebbe artificioso separare dall’ultima fase. Alla base dell’attenzione, dunque, ci deve essere lo sviluppo umano, come unico indivisibile processo, che inizia al momento del concepimento e termina con la morte. In tal senso i tradizionali periodi cronologici, contrassegnati da problemi e caratteristiche psicologiche del tutto differenti, sono da ritenersi rispondenti ad un’esigenza didattica ed espositiva, ma non sono da considerarsi come criteri assoluti di giudizio. Sono da superare altresì alcuni stereotipi e pregiudizi stigmatizzati in frasi quali: “L’anziano è come un bambino.”; “Ripete sempre le stesse cose.”; “Deve godersi il proprio meritato riposo.”;   “L’anziano decade sempre mentalmente”; “L’anziano non ha forza e non può più impegnarsi in attività motorie, fisiche o intellettuali”... Se queste affermazioni possono avere un nucleo di verità, bisogna ammettere che assai spesso sono utilitaristiche e deresponsabilizzano dall’impegno ad offrire all’anziano ruoli significativi, rapporti interpersonali validi e continuativi, tali da fargli superare lo stato di esclusione e il senso di inutilità. A causa del criterio economico dell’efficientismo, quest’ultimi fattori di disagio possono accompagnare la fase del pensionamento: periodo critico in cui soprattutto l’uomo sente di perdere prestigio e si trova a vivere uno stato di inadeguatezza, in particolare sotto il profilo economico, per via di una previdenza pensionistica inadeguata ai bisogni.Eppure gli studi moderni dimostrano come ogni individuo possa sviluppare la propria personalità, nelle funzioni cognitive, in quelle affettive e motivazionali, crescere in esperienze, assumere ruoli significativi fino all’ultimo atto della vita. L’aiuto alla persona anziana, pertanto, è un contributo contro l’isolamento e l’abbandono a se stessa, nel riconoscimento responsabile del potenziale umano e della presenza di risorse insite in ciascuno di noi, che, se stimolate nel giusto modo, possono produrre rinnovati equilibri ed un’accettazione di sé ad ogni età.