Universo persona

Il "nuovo" dirigente scolastico


Le trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali delle società democratiche hanno reso i cittadini più consapevoli dei propri diritti e più attenti alla qualità dei servizi pubblici erogati: si avverte l’esigenza di una partecipazione fattiva e concreta alla vita comunitaria, partecipazione che possa tradursi in possibilità di scelte, iniziative, proposte, assunzioni di responsabilità dirette, cui corrisponda da parte dello Stato una risposta efficiente ed un’adeguata sensibilità ai bisogni della gente. In campo più specificamente educativo, affermazioni di carattere pedagogico e didattico o di natura psicologica, come la centralità dello studente, l’idea di comunità educante, la partecipazione democratica e l’apertura al sociale, postulano un approccio qualificato e nel panorama moderno sono ormai leggi dello Stato. In questo contesto, l’autonomia scolastica s’inserisce come la risultante di un processo graduale di innovazioni nei vari ambiti della Pubblica Amministrazione con un  indirizzo legislativo conforme alle tendenze di aziendalizzazione ed efficienza dell’azione amministrativa, gradualmente affermate dalla L. n. 241/1990, che ha introdotto la riforma del procedimento amministrativo, dalla L n. 142/1990, che riforma l’ordinamento locale e dal Dlgs n. 29/1993, che attua una razionalizzazione amministrativa e  privatizza il rapporto di lavoro pubblico. L’autonomia scolastica rappresenta, quindi, il traguardo di una riforma globale, in grado di consentire cambiamenti sociali e culturali, nel superamento del carattere di obsolescenza delle conoscenze, in vista di una formazione integrale della persona e per un nuovo welfare più sociale, ovvero meno assistenziale e centralista.La finalità è di valorizzare le risorse umane, la “qualità” dei servizi scolastici e dell’offerta formativa, i rapporti con l’extrascuola e le esperienze scuola-lavoro, adottando un nuovo modello di scuola, che risponda alle esigenze del contesto in cui opera.Emerge una relativa funzione dirigenziale con l’assunzione di una logica ispirata ai principi di efficienza ed efficacia, nonché  la tendenza a forme di tipo contrattuale-negoziale. Nei riguardi del Dirigente scolastico, nello specifico, si è giustamente parlato di funzione “amministrativo-educativa” e di “organo bifronte” per via della precipua finalità educativa e non solo amministrativa della scuola. Le due grandi opportunità a disposizione per realizzare quanto detto e per dare spessore all’attuale impianto scolastico sono appunto l’autonomia da una parte, che costituisce la premessa obbligata, una risorsa imprescindibile, rispetto al rinnovamento del sistema scolastico e condizione indispensabile per una nuova centralità della scuola, e la qualità dall’altra, che si gioca nell’opportunità di favorire il passaggio da un impianto burocratico e centralista ad una forma di cultura di progetto e di processo, indirizzata al raggiungimento di obiettivi determinati e al conseguimento di adeguati risultati, in linea con i bisogni formativi delle nuove generazioni e con gli scenari futuri.Il percorso dell’autonomia scolastica non è stato facile:  processi di innovazione in genere, al di là  del maggior o minor  grado di accettazione esplicitamente  manifestata,  non vengono  in realtà facilmente assimilati e spesso tardano a produrre i loro effetti. Questo avviene perché in qualsiasi organizzazione, anche se in modo non visibile, vi è una forte presenza di automatismi, abitudini, routine, aspetti culturali che al di là della volontà, delle consapevoli scelte  verso il cambiamento, producono nella sostanza  un effetto frenante: più che attuazione di decreti e di leggi, infatti, l’autonomia è principalmente una questione di mentalità, di stile di lavoro, di progettualità integrata e creativa.  A questo importante processo innovativo, quindi, nonostante il grado di accettazione e condivisione manifestato, non sempre  ha fatto seguito un’effettiva  azione di   ricerca, una  reale esplorazione verso il cambiamento ed il miglioramento.Esiste ancora il rischio, a distanza di anni dalla sua istituzione, di un cambiamento formale e non sostanziale, oppure  si porta avanti  un  mero adempimento, ritagliando ad esempio  dalle indicazioni legislative alcuni elementi  senza però affondare nel cuore del fare scuola  quotidiano, banalizzando in tal modo le riforme in atto: è necessario operare in modo che alla norma, alle disposizioni facciano  seguito la riflessione, la discussione, e poi ancora, impostazioni ed azioni.  
Dedicato ai colleghi che nei prossimi giorni affronteranno le prove scritte del concorso per dirigente scolastico.In bocca al lupo!