Universo persona

Stranieri sì, ma non estranei


Se ci soffermiamo ad analizzare alcuni aspetti della società attuale, non possiamo fare a meno di rilevare due tendenze che sembrano contraddittorie: da una parte l'economia, la tecnologia, l'universo della comunicazione, la cultura di massa vanno verso dimensioni planetarie; dall'altra il ritorno al regionalismo, alla piccola patria locale sembra rispondere ad un'esigenza di riscoprire le proprie radici e di definire i contorni di un'identità collettiva. Un'esigenza, quest'ultima, che, se estremizzata, rinchiude l'individuo nell'ambito ristretto delle proprie abitudini, in cui ritiene di avere certezze, deprivandolo di un'apertura umana di più ampio respiro. Appare dunque evidente che è necessario procedere ad un'attenta analisi del fenomeno in questione e cercare nello specifico dell'educazione la possibilità di una formazione umana più profonda e flessibile, che renda l'individuo capace di uno slancio sociale e culturale verso mondi lontani e sconosciuti, che i mass-media e le vicende quotidiane rendono vicini e tangibili.L'emergenza delle immigrazioni, innanzitutto, pone l'istituzione scolastica di fronte al compito di rispondere alle richieste di accoglienza da parte di immigrati per la sistemazione dei loro figli nelle classi e per la loro istruzione. Si tratta di alunni provenienti da situazioni socio-economiche spesso precarie che, oltre alle deprivazioni legate alla situazione di bisogno, presentano la difficoltà della lingua, per cui stentano ad inserirsi nel nuovo contesto di vita.
RAPPORTO SUGLI ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA NEL SISTEMA SCOLASTICO NAZIONALE - A.S. 2010/2011 (Fonte: sito M.I.U.R.)Quadro di sintesi. A.s. 2010/11Caratteristiche generaliGli alunni con cittadinanza non italiana 711.064L'incremento rispetto all'anno scolastico precedente + 37.454L'incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni 7,9%Il livello scolastico con l'incidenza più elevata Primarie: 9,0%Le scuole in cui è stato maggiore l'aumento delle presenze rispetto all'anno scolastico precedenteSecondarie di II grado: +10.289L'incidenza dei nati in Italia tra gli alunni con cittadinanza non italiana 42,1%L'incidenza degli allievi entrati per la prima volta nel sistema scolastico nell'ultimo anno scolastico 5,0%La nazione più rappresentata tra le provenienze Romania: 126.452Il numero di cittadinanze presenti nel sistema scolastico 187Gli alunni nomadi 12.377Le scuole con almeno un alunno con cittadinanza non italiana 43.656Le scuole con almeno il 30% di alunni con cittadinanza non italiana 2.237Presenze e dinamiche territorialiLa regione con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana Lombardia: 173.051La regione con l'incidenza più elevata Emilia Romagna: 14%La provincia con il maggior numero di alunni stranieri Milano: 64.934La provincia con l'incidenza più elevata Piacenza: 18,1%La regione con la maggiore percentuale di allievi nati in Italia Lombardia: 48,1%Le scuole secondarie di secondo gradoGli studenti con cittadinanza non italiana nelle secondarie di II grado 153.513L'incidenza degli studenti stranieri sul totale degli alunni 5,8%Le scuole superiori con una maggiore presenza di stranieri Istituti professionali 62.080Le scuole superiori con l'incidenza più elevata Istituti professionali 11,4Percentuale degli alunni stranieri in ritardo nelle scuole sec. II grado 70,6%Percentuale di alunni stranieri promossi nelle scuole sec. II grado 70,6%Urge, dunque, educare alla diversità e questo sollecita gli insegnanti a definire gli obiettivi, i contenuti e le forme di un progetto educativo, che conduca a scoprire la ricchezza e la varietà del patrimonio delle conoscenze e dei modelli di vita ch i popoli hanno saputo creare. Da qui la convinzione che l'interculturalità debba essere una dimensione permanente di ogni educazione in quanto peculiarità di una formazione in vista della società che muta e si evolve in continuazione e, in questo processo, accomuna diversità che non sono solo di colore o di nazionalità. Educazione interculturale, quindi, come affermazione e tensione alla pace, ai diritti umani, allo sviluppo in contrasto con la violenza, la sopraffazione e il razzismo.Si fa strada un concetto che ridefinisce i termini dell'identificazione culturale e fa confluire l'identità e l'alterità nell'ambito di uno stesso processo educativo, che comprenda i due poli per avviare alla convinzione che ognuno è "diverso" rispetto all'altro. Attraverso l'intenzionalità dei suoi interventi e la scelta consapevole dei contenuti programmatici, la scuola può svolgere un ruolo efficace nel far scoprire e riconoscere la positività di atteggiamenti e comportamenti d'intesa e di apertura al dialogo, che producono effetti di cooperazione utili alla comunità e servono a contrastare i conflitti. Si tratta in primo luogo di utilizzare gli apprendimenti disciplinari per trasmettere conoscenze prive di pregiudizi e stereotipi nei riguardi della storia dei popoli. Gli avvenimenti che hanno portato alla conquista dei diritti umani, l'analisi di alcune problematiche di natura storica, sociale ed ambientale che sono alle radici del sottosviluppo, le relazioni che oggi e nel passato si sono intrecciate tra cultura e civilizzazioni, la storia stessa delle migrazioni: questi ed altri sono i temi su cui far riflettere le giovani generazioni per comprendere come i fenomeni ed i problemi attuali spesso hanno radici lontane, in cui ogni popolo riconosce e rintraccia momenti di scontro, di sottomissione e di rinascita. La conoscenza, così avviata, sarà interattiva, con l'acquisizione di capacità ed attitudini, e promuoverà cioè comportamenti improntati non a passiva accettazione, ma a spirito critico. Sono quelle componenti dello sviluppo individuale che gli studi attuali pongono all'attenzione dei docenti nell'ambito della formazione di una coscienza democratica ed esse si promuovono partendo dal riconoscimento della relazionalità quale componente propria dell'uomo, coltivando il rapporto costruttivo con l'altro in termini di incontro-scambio. In questa direttiva, gli alunni sono indotti a scoprire il valore della comunicazione, anche per mezzo del'apprendimento di una lingua diversa da quella madre, che comporti altri modi di pensare e di dire le cose. Non va trascurato, poi, l'apporto dell'educazione artistica, musicale e della danza, soprattutto in riferimento alla loro capacità di veicolare tradizioni di molti popoli. Considerato, ancora, quanto la concretezza del vissuto sia elemento che più incide sulla formazione della coscienza, sarà necessario che le problematiche interculturali siano trattate nell'ambito di effettive occasioni d'incontro, di cooperazione e di dialogo. Queste saranno certamente più frequenti ed efficaci nel caso di presenza in classe di alunni di origine diversa, ma potranno anche essere attivate per mezzo di altri canali, ad esempio con la corrispondenza interscolastica, oppure con la partecipazione ad iniziative promosse da Enti locali, associazioni civili e religiose, centri sociali ecc... operanti sul territorio. Il coinvolgimento delle famiglie e dell'intera comunità educante assicura che l'integrazione superi l'ambito ristretto della scuola e acquisti una dimensione comunitaria.L'istituzione scolastica si presenta così come un sistema educativo aperto, che accoglie e valorizza le risorse dell'ambiente, si fa carico della domanda d'istruzione ed educazione da qualunque parte provenga e, intrecciando rapporti costruttivi con l'extrascuola, diventa un esempio di relazionalità aperta e di cooperazione nell'intento di dare a tutti pari opportunità educative.Per l'approfondimento si rimanda al documento: "La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri" http://www.flcgil.it/sindacato/documenti/miur/la-via-italiana-per-la-scuola-interculturale-e-l-integrazione-degli-alunni-stranieri-osservatorio-nazionale-intercultura-e-integrazione.flc