Universo persona

La coperta


Quando l'ho trovata era come rannicchiata, un po’ lacera, dimenticata sul fondo di un armadio. La prima cosa che mi ha colpita è stata quell’effetto di scacchiera: tanti piccoli quadratini neri e grigi, contrassegnati con un filo di lana rosso. L’ho aperta e ho sentito quel tanfo delle cose antiche, che rimanda la mente a vicende lontane, a mestieri smarriti nel vorticoso andare del tempo e delle novità. I teli uniti con un’impuntura ad ago rivelavano l’uso del telaio e quella pesantezza e ruvidità della lana, una filatura fatta a mano. Ho portato quella coperta malandata con me, l’ho lavata, poi ho tolto il bordo ormai logoro per sostituirlo. Oh che immensa gioia nello scoprire che è stata interamente realizzata con lana di agnello, a partire dalla tosatura degli animali, dalla mia bis-bis-nonna, la nonna di mia nonna! Aspetto con trepidazione il freddo inverno per usarla! Non ha un gran valore economico, ma un alto valore affettivo: ha richiesto un lungo e faticoso lavoro e, ormai pronta, ha custodito i sogni, le preoccupazioni, i timori, le speranze… l’amore e le tante cose che il silenzio della notte sa suscitare, di almeno quattro generazioni prima del mio arrivo. Avrò cura di questa coperta e quando potrò sentire il suo peso e calore su di me, il pensiero di  certo andrà alle forti, laboriose, instancabili, piccole GRANDI donne di una Calabria di tanto, tanto tempo fa.