Universo persona

Alla maestra Rosetta


Mentre la penna scorre veloce e, come una pattinatrice su una lastra di ghiaccio bianco, sembra volteggiare sul foglio, il mio animo, con i suoi moti interiori, prende forma attraverso le parole, in un ondulato e difficile equilibrio tra mente e cuore. E' così che stasera il pensiero va a te, maestra Rosetta, che mi hai insegnato a scrivere, in un ricordo carico di luce e colori pastello, come gli anni dell'infanzia. Ti ritrovo tra le cose vere della vita, con quella preziosa semplicità che dona serenità all'esistenza. Forse perché avevi una risposta ad ogni nostra incertezza, qualsiasi cosa tu dicessi era per noi indiscutibile: "Se l'ha detto la maestra...!!!".L'egocentrismo tipico dei bambini, poi, che era la lente dei nostri occhi, ti faceva parte insostituibile del mondo, così tanto nostra, da sembrare una stranezza una tua vita, dopo il suono della campanella. A scuola, tutto aveva un'anima: le vocali erano cinque sorelle, la E indossava il cappello se era un verbo, l' H era la "mutina" e taceva se stava da sola, i numeri ci aiutavano a contare i nostri oggetti, le lettere si davano la mano per formare le parole, i pensierini prendevano posto in ordine su un rigo... e il quaderno aveva le "orecchie"!Cara maestra, paziente e affettuosa, oggi che ad insegnare ci sono anch'io, trovo in questi ricordi il valore del mio compito e la gioia nel ricoprirlo. E' sempre emozionante, sai maestra, quando inizia l'avventura, vedere: i libri di lettura che si aprono come le ali di gabbiani in volo, le matite, sempre un po' stemperate, che chiedono aiuto alle parole, per far "pattinare" la fantasia sul foglio bianco e i tanti quaderni che, come allora, non possono fare a meno di sollevare le "orecchie".