Creato da michelerienke il 12/11/2006

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Torres del Paine

Post n°4 pubblicato il 22 Dicembre 2006 da michelerienke

Direi che e`andata molto bene ecco il resoconto dei giornate trascorse nel parco.

Il giorno 13 siamo partiti in machina in direzione del parco. Dopo pochi chilometri la strada asfaltata finiva ed il resto del viaggio proseguiva su strada sterrata piu`o meno in buone condizioni, per oltre cento chilometri.

Ci siamo addentrati nella pampa patagonica con un paesaggio molto bello fatto di pratrie, steppa e montagne. Abbiamo visto i Gaucho a cavallo che spostavano, aiutati dai cani, un gregge enorme di pecore.

In prossimita’ del parco abbiamo iniziato a vedere i lama Guanaco, una specie in via di estinzione fino a poco fa ma ora grazie al parco si sta riproducendo velocemente. Infatti abbiamo visto numerosi branchi con molti piccoli. Poi poco prima dell’ingresso abbiamo iniziato a intravedere le torri del Paine monoliti di granito alti piu’ di tremila metri che sono l’attrattiva del parco.

Dopo l’ingresso nel parco il paesaggio cambiava le torri venivano coperte da altre formazioni rocciose chiamate i Cornes spettacolari per la loro differenza di colore dalla cima nera ai versanti scoscesi chiari. Il tutto circondato da molti laghi e lagune di colori differenti, dal verde smeraldo al biancognolo all’azzurro.

Dopo parecchio tempo (da una parte del parco all’estremita’ opposta ci si impiega quasi due ore di machina) abbiamo raggiunto il lago Grey, dove abbiamo preso un battello per fare un’escursione sul lago e vedere l’ononimo ghiacciaio. Fin dall’inizio abbiamo iniziato a vedere degli iceberg di colore azzurrino. Ma il bello e’ arrivato quando ci siamo avvicinati al ghiacciao. Li’ alcuni iceberg erano di colore azzurro con delle cavita` che variavano dal blu al blu cobalto. Uno spettacolo incredibile.

Il ghiacciaio che si protende all’interno del lago ha anchesso delle variazioni di tonalita`, dal bianco all’azzurrino al blu. Sembrava che in alcuni punti qualcuno avesse messo dietro il ghiaccio delle lampade azzurre per illuminarlo. Il colore blu e azzurro e dato dalla scarsita` di ossigeno all’interno del ghiaccio, Questo avviene nel ghiaccio molto antico che ha subito pressioni di schiacciamento fortissime.

Finita la gita in battello era ormai tardi e siamo andati a mangiare e dormire in una posada vicino al rio serrano.

Il 14 ci siamo diretti dall’altra parte del parco per andare a fare un’escursione a piedi per arrivare alla base delle torri. Lungo la strada abbiamo avvistato  dei condor delle Ande. Ci siamo subito fermati,  sono sceso dall’auto e sono salito su di una collinetta dove sono riuscito a filmarli da vicino. E` molto bello vederli volteggiare. Alla fine siamo partiti per l’escursione alle 11 di mattina . Ben equipaggiati e messo marco nel marsupio ci siamo incamminati. Il sentiero era un saliscendi che si addentrava in una valle. Durante il percorso abbiamo trovato tutte le condizioni metereologiche, freddo, nuvolo, sole, caldo, pioggia, neve, vento.

Il parco infatti e`famoso per la rapidita´in cui cambia il tempo. Con una pausa per dar da mangiare a Marco siamo arrivati al campo base prima dell’ultima salita. Li` abbiamo incontrato dei ragazzi Israeliani che si fermavano li con le tende e ci hanno fatto mettere uno zainetto nella loro tenda per essere piu`leggeri nell’ultimo pezzo.

Alla fine ci siamo riusciti, siamo arrivati alla base delle torri del Paine.

Siamo stati fortunati perche´ quando siamo giunti in cima si vedevano abbastanza bene, mentre chi era salito prima non era riuscito a vederle a causa delle nuvole. I ragazzi israeliani facevano a gara a chi poteva fare una foto con Marco, a loro sembrava incredibile che c’e` l’avessimo fatta.

Le torri sono davvero notevoli, si innalzano in cielo da un basamento continuo di roccía che finisce in un laghetto color verdino. Sono davvero imponenti. Valeva veramente la pena fare tutta la fatica per arrivare fino a qui’.

 Pero’ non siamo rimasti molto tempo perche’ aveva iniziato a nevicare e la strada del rientro era ancora lunga. Purtroppo nella discesa mi ha iniziato ha fare male le ginocchia a causa del peso di Marco, e questo ha rallentato molto il nostro ritorno. Perfortuna Rienke ha portato Marco per un’oretta. Alla fine siamo arrivati alla machina dopo nove ore, stanchi con le ginocchia che facevano male ma soddisfatti. Ma dovevamo ancora fare un’ora e mezzo in macchina per arrivare alla posada. Per fortuna qui’ c`e`luce fino dopo le undici di sera.

Il 15 siamo tornati sul lago Grey per fare una passeggiata e poter ammirare con calma da vicino alcuni iceberg che si erano arenati verso una collinetta.

Lo spettacolo e’ davvero unico, sembrano finti con i loro colore azzurro.

Da li siamo andati a vedere la cascata Salto Grande dove nel posteggio abbiamo incontrato una coppia di Finlandesi con un bambino di nove mesi, cosi’ Marco ha potuto giocare un po`sull’erba con un quasi coetaneo.

La cascate era bellina ma non cosi`notevole.

Visto la cascata ci siamo diretti verso l’uscita del parco dove abiamo visto Zorro, non quello vestito di nero ma due zorro delle Ande, ovvero due volpi delle Ande (zorro in spagnolo significa volpe). Abbiamo visto poi, dinuovo, dei condor delle Ande, uno anche appollaiato su di una collina.

E su di uno stagno abbiamo visto alcuni fenicotteri rosa, e delle oche delle Ande con i loro piccoli.

Usciti dal parco sulla via del ritorno lungo la strada abbiamo visto un`ñandú (spero che sia scritto corretto) una specie di struzzo di colore marroncino con una ventina di piccoli. Cia hanno detto che una madre a turno fa da baby-sitter e li porta in giro.

Alla fine stanchi sismo arrivati di nuovo a Puerto Natales.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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