TO BE OR NOT TO BE

Stalking


C'è un piacere perverso nel perseguitare qualcuno.Cercare un contatto non gradito, farsi i fatti suoi manifestando la propria presenza non richiesta, mostrare interesse sapendo che verrà percepito con fastidio, dargli attenzioni che non ha chiesto e che non vuole, fare orecchie da mercante alle richieste di smettere e giustificarle a se stessi dicendo che non capisce cosa si perde, che interpreta tutto al contrario.E' il piacere di chi non ha una vita, di chi non ha niente da perdere (o almeno lo crede nella sua mente malata) o non sa mettere in quella vita, magari verso sua moglie o un'altra persona realmente vicina, l'interesse e l'attenzione e il tempo e l'energia che dedica alla sua vittima.E' il dramma di chi non riuscendo a costruire o a tenere in piedi o a far crescere una relazione autentica fondata sul rispetto reciproco, alimentata dalla maturità del sentimento e dalla consapevolezza delle difficoltà, dalla leggerezza dell'esserci e dalla profondità del poterci contare, preferisce distrarsi creandosi false piste, altrettanti alibi, che sostengano una barcollante autostima e foraggino di forti emozioni proibite e rubate a vite altrui quelle che non riesce a sentire nella sua.E la violenza è solo la proiezione sull'altro della propria, in chi non ha la percezione della modalità allucinante con cui si propone e si presenta e non contempla altro che quello che desidera, non accetta un no. Un esempio? cliccate sull'immagine e fatevi un'idea..