Mise en abyme

Post N° 337


Mio nonno mi insegnò due cose essenziali: la prima è di mantenere, a qualsiasi costo, la parola data; la seconda era di non fermarsi davanti all'evidenza di un'occasione o di una situazione. Sembrano parole semplici e invece sono principi di vita difficili da attuare al quotidiano. Così non prometto mai se so che poi non potrò mantenere la parola, mai. Questo è un pilastro della mia esistenza, frutto di un insegnamento che mi ha segnata a vita. Poi cerco di capire che cosa sia "evidenza di una situazione". Qui è più difficile. Ma penso di aver capito quello che intendeva mio nonno.Ad esempio, più di due anni fa oramai quando siamo (col mio ex) stati confrontati a delle decisioni importanti per il nostro figlio, mi è sembrato evidente, chiarissimo quello che si doveva fare: ritirarlo da quell'ospedale. La situazione era evidente.Insieme abbiamo proceduto. Cambiamento radicale di orientamento professionale, familiare, di dimensione e di prospettiva di vita. Era evidente. Oggi a postierori lo è  ancora di più. Ho mantenuto una parola data a mio figlio di fronte ad un'evidenza, quella del miglioramento della sua qualità di vita. Procedo ora da sola.Oggi capisco meglio quello che mio nonno mi insegnò. Da buon marinaio, lui sapeva che cosa significasse l'evidenza di una situazione: siete mai stati su una barca , da soli, in mezzo ad una tempesta? Lui, sì. In queste situazioni conta solo la buona scelta, quell'altra spesso è fatale.Così penso sia o dovrebbe essere in ogni dimensione della nostra vita. Questo ne fa la qualità. Nel lavoro, nel volontariato, in amicizia, in amore in fine fine conta solo il senso della parola data e il riconoscimento e l'attuazione di  "evidenze" attraverso principi di vita non labili . Provate ad essere labili in mezzo alla tempesta. Penso che sia importante avere in mente come punto d'appoggio interiore e insieme di confronto la dimensione del non ritorno, della possibilità del non ritorno. Aiuta a capire l'evidenza di una situazione: riduce ad una la possibilità.Oggi, davvero, non siamo più abituati a pensare così. Viviamo in un mondo dell'eterno possibile con un straffotente senso della potenza che poi, in verità, spesso si riduce a impotenza. L'impotenza genera, come dice Campanella, insapienza e odio.Ringrazio oggi il mio caro nonno di avermi insegnato questi bei principi di vita, che con una certa tensione, ma sempre con determinazione cerco di applicare, senza cedere ne retrocedere, nel mio quotidiano.  Avete in mente quei leoni che ornano i pilastri di certe cattedrali? Ecco percepisco i miei principi di vita un po'  come quei leoni. Sorvegliano l'entrata del mio hortus conclusus, la mia cattedrale interiore. Oggi come oggi è una forma di solitudine.Procedo, oggi ho molto lavoro.Un abbraccio a voi tutti.Beatrix