Mise en abyme

Entrambi giusti


Oggi al parco scorgendo lo sguardo di Gabriele e incrociando poi quello di Giambattista ho sentito tutto l'amore che i miei figli mi portano naturalmente  e quanto ne provo io per loro. In quei sguardi, due mondi, due universi, paralleli che un giorno, matematicamente, si raggiungerano. Al confine tutto finisce col congiungersi. Solo qui differenziamo, forza -l'unica in verità che possediamo- di separare. Nello sguardo di Giambattista si leggeva tutta la sua intenzione, in quello di Gabriele tutta la sua attenzione. Una semplice vocale per significare due modi di percepire la vita e di viverla. Entrambi giusti.In eco rimbombavano nella mia testa le parole che ieri ascoltavo - come una mamma ascolta quando si tratta della salute del proprio figlio - delle ricerche le più recenti  nel campo neurologico concernente l'autismo. Tutto un lavoro sul centro delle emozioni, diretta dall'amidale, con risultati interessanti.Così quello "sguardo attento" prendeva oggi tutto un altro senso nella mia mente, accrescendo anche il senso da attribuire a quello intenzionale di Giambattista. Due figli, due mondi da conciliare al quotidiano. Capisco meglio la strada oggi da percorrere: devo rendere l'uno più attento, l'altro più intento. Realizzo anche il lavoro che rimane da compiere, ne realizzo l'ampiezza. Vertiginosa . Avete mai pensato a come insegnare ad un bambino l'intenzione? Il senso stesso dell'intenzione? Imaginate. Vertiginoso, no? E mi assegno questo compito: volgere appunto a questo dato termine, ponendoci mente, attenta.Devo ritrovare tutte le mie energie, concentrarmi su questo nuovo obbiettivo, magari il più difficile che mi è stato attribuito da quando mi occupo direttamente dell'educazione specializzata di mio figlio, ma senz'altro per lui anche il più propenso a fargli capire il "nostro" mondo. Gli sarà utile, presto utile. So che cosa gli spetta  dall'anno prossimo in poi e lo porto nel mio cuore come un peso. Tacio. Difendo dentro ogni mio dolore, è un mio diritto. Intanto gli preparo, col tempo che mi rimane, le miglior armi che gli consentiranno -spero- di svolgere nel miglior modo la propria vita in questo mondo che della differenza fa un segno, visibile. Intento e non attento.Vi abbraccio. Beatrix