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vivianemell
vivianemell il 30/12/08 alle 00:01 via WEB
Ciao Rino e Fabrizio...Vi auguriamo un felice anno e che sia pieno di soddisfazioni e vittorie...Mai più alberghi nei nostri cuori la tristezza di sapere che sono morti altri innocenti per la nostra indifferenza. Molto spesso basta un vaccino,per dare una speranza di vita a un bimbo. (che ricordiamo, i nostri figli hanno gratuitamente). Un grande abbraccio e ci aggiorniamo domani mattina...Ciao e di nuovo AUGURI A VOI E ALLE VOSTRE FAMIGLIE........
 
Amoredipanna
Amoredipanna il 26/12/08 alle 18:01 via WEB
Che sia un Natale che porti nel vostro cuore tutta la felicità che desiderate e che sia ogni sogno realzzato. Tanti auguri per il nuovo anno che inizia con la speranza per tanti bambini di essere vaccinati e curati. AUGURI!!!!!
 
luce1001
luce1001 il 22/12/08 alle 16:50 via WEB
Buon Natale con il cuore! Sotto l'albero l'augurio di un Natale speciale. Senza involucro o nastro particolare. Sotto l'albero un gesto fatto d'amore. Un pensiero piccolo fatto con il cuore. Sotto l'albero i miei auguri di Natale. Di speranza gioia e tanto amore. Buon Natale con il cuore!
 
Giles2004
Giles2004 il 21/12/08 alle 19:53 via WEB
Il Natale di Martin di Leone Tolstoj In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo. Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore. - Non ho più desiderio di vivere - gli confessò. - Non ho più speranza. Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi. Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la lettura, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno. E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati... Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi. Martin rifletté. Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò. All'improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c'era nessuno. Ma senti distintamente queste parole: - Martin! Guarda fuori in strada domani, perché io verrò. L'indomani mattina Martin si alzò prima dell'alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso. Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro. Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno. - Entra· disse - vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo. - Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde. - Non è niente - gli disse Martin. - Siediti e prendi un po' di tè. Riempi due boccali e ne porse uno all'ospite. Stepanic bevve d'un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po'. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra. - Stai aspettando qualcuno? - gli chiese il visitatore. - Ieri sera- rispose Martin - stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: "Guarda in strada domani, perché io verrò". Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. - Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l'anima e per il corpo. Stepanic se ne andò e Martin si sedette a cucire uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po' di pane e della zuppa. - Mangia, mia cara, e riscaldati - le disse. Mangiando, la donna gli disse chi era: - Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle. Martin andò a prendere un vecchio mantello. - Ecco - disse. - È un po' liso ma basterà per avvolgere il piccolo. La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. - Che il Signore ti benedica. - Prendi - disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta. Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un'ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava. Dopo un po', vide una donna che vendeva mele da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all'altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente. Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. - Lascialo andare, nonnina - disse Martin. - Perdonalo, per amor di Cristo. La vecchia lasciò il ragazzo. - Chiedi perdono alla nonnina - gli ingiunse allora Martin. Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: - Te la pagherò io, nonnina. - Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato - disse la vecchia. - Oh, nonnina - fece Martin - se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato. - Sarà anche vero - disse la vecchia - ma stanno diventando terribilmente viziati. Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. - Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada. La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme. Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l'ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale. Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all'orecchio: - Martin, non mi riconosci? - Chi sei? - chiese Martin. - Sono io - disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola. - Sono io - disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero. - Sono io - ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono. Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me. Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.
 
unsoffiodivento2008
unsoffiodivento2008 il 18/12/08 alle 16:24 via WEB
L'indignazione non basta! Quest'essere senza cuore e sen'anima meriterebbe risposte adeguate.Amico caro, avresti dovuto dare il nick di questa persona di modo che tutti noi potevamo risponderle e farle capire cosa tu stia realmente facendo! Nessuno spirito di vendetta o di polemica, solo un modo per dimostrarle che la solidarietà verso un amico non è una parola vana e che un giorno anche lei o lui potrebbe avere bisogno di sentirsi qualcuno vicino perchè il calore dell'amicizia disinteressata e sincera è l'unica cosa che ci è rimasta in questo mondo che sta sprofondando sempre più nell'indifferenza e nell'egoismo. Vai avanti per la tua strada Fabrizio e non lasciare che le parole di un/una povero/a di spirito ti amareggino più di tanto... Alla fine ciò che conta sono gli amici veri! Un abbraccio fraterno.
 
fostena
fostena il 18/12/08 alle 11:49 via WEB
L'indifferenza è una malattia cattiva e subdola. E' giusto combatterla. Auguri a tutti Stefano.
 
frammento71
frammento71 il 18/12/08 alle 11:13 via WEB
OGGI SONO STATO A VEDERE LA RECITA DI MIO FIGLIO A SCUOLA...QUANDO INIZI A STUDIARE RECITAZIONE TI INSEGNANO CHE QUANDO SI GIRANO LE SCENE DI NON FARSI PRENDERE TROPPO DALL'EMOZIONE DELLA STORIA ,MA DI CONTROLLARLE PER AVERE UNA PERFETTA INTERPRETAZIONE...TECNCHE ATTORIALI.OGGI ALLA RECITA DI MIO FIGLIO TANTI BAMBINI INTONAVANO UNA CANZONE "A NATALE PUOI" NON RIUSCIVO A TRATTENERMI DALL'EMOZIONE A SENTIRE QUELLE VOCI INTONATE DI TANTI BIMBI ANCHE QUALCUNO DI ALTRI PAESI CON OCCHI FISSI VERSO NOI GENITORI ,PER UN'ATTIMO HO PROVATO A CHIUDERE GLI OCCHI E PENSARE CHE NON CI FOSSE PIU' VOCE E SUONI PER LORO...UN SILENZIO ASSORDANTE LO DEFINISCO...NON RIUSCIVO A TOGLIERE LO SGUARDO SU MIO FIGLIO.SU QUEI OCCHI GRANDI ...E QUANDO E TORNATA LA MUSICA HO CAPITO...QUANTO SIA TRISTE,ANCHE SOLO PER UN PICCOLO ISTANTE ESSERE CIRCONDATO DA TANTI BIMBI...SENZA VOCE,SENZA UNA SPERANZA...."A NATALE PUOI" MIO FIGLIO OGGI MI HA COMUNICATO,MI HA FATTO CAPIRE...QUANTO E' BELLO IL MONDO SE SOLO SI PUO' ESSERE CIRCONDATI DA TANTI OCCHI GRANDI E SORRISI SENZA FRONTIERE DI TANTI BAMBINI...SCUSATE SE SEMBRA RETORICO MA OGGI CREDETEMI PIU' CHE MAI SARA' UN NAALE DIVERSO ,OGGI MIO FIGLIO MI HA INSEGNATO QUALCOSA.....CHE DIO VI BENEDICA A TUTTI. CIAO FABRIZIO.
 
paola0712
paola0712 il 17/12/08 alle 23:17 via WEB
Ciao un abbraccio Paola
 
cadendoversolalto
cadendoversolalto il 17/12/08 alle 22:58 via WEB
Non ci sono parole..chi scrive queste cose deve essere talmente piccolo dentro che non merita nulla..se non una preghiera perchè il suo cuore si apra e la sua stupidità lo abbandoni..un abbraccio e avanti..senza curarsi di questa gente..
 
exangeoa
exangeoa il 17/12/08 alle 22:03 via WEB
Fabrizio,non dar conto a degli sciocchi,si và avanti,ricordo ai palermitani che fino al 21 dicembre a piazza politeama cè la raccolta,bastano solo pochi euro...non per forza deve essere una grossa cifra,pochi euro per ogni uno di noi formeranno le grosse cifre!! Sù aiutiamo e non aspettiamo Natale per far ciò che si deve fare!
 
 
 
 
 
 
 

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