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Creato da: Pytagoricum il 19/05/2008
Interrogativi senza risposta – sensazioni inspiegabili – realtà oltre ogni possibile comprensione

 

 
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LE STELLE E I PENSIERI

Post n°10 pubblicato il 31 Maggio 2008 da Pytagoricum
 
Tag: Scienza
Foto di Pytagoricum

Ieri sera è stata veramente una bellissima serata. Dopo il tramonto il cielo ha tardato parecchio prima di virare da blu scuro al nero della notte. Una sottile aria da nord aveva abbassato un po’ il termometro, ma in compenso il cielo era una incredibile esplosione di stelle. Era da tempo che non ne vedevo tante tutte insieme perché in città con lo smog e l’inquinamento luminoso le notti sono sempre senza stelle, e la luna è ben visibile solo nelle fasi vicine al plenilunio, ma in montagna è diverso e a parte qualche inevitabile scomodità il contatto con la natura e l’universo è totale. Si, ieri sera poi mi sentivo particolarmente ispirato.
Non c’era nulla in TV degno di interesse, ma avevo un particolare bisogno di stare un po’ solo con me, di riflettere, di osservare fuori e dentro me, per arrivare a pensare e capire cose nuove, e generare idee su qualcosa che magari spesso può sfuggire. La notte, ieri, era la migliore ispiratrice per qualcosa che da tempo avevo dentro e assolutamente volevo tirare fuori.
Incredibile tutto quello sciame di stelle che riempiva i miei occhi e dall’altura davanti si alzava con andamento curvo quasi a generare un arco nel cielo, che poi sembrava allargarsi fino a scomparire all’orizzonte opposto. Milioni e milioni di puntini luminosi silenziosi e lontani nel cielo nerissimo, alcuni quasi impercettibili al punto di sembrare una sottile nebbia, altri che splendevano come lumini d’argento. Uno spettacolo meraviglioso.
Non era la prima volta che restassi incantato a guardare il cielo notturno da quella posizione, ma ogni volta mi sembra di trovare qualcosa di diverso, un nuovo messaggio, una nuova ispirazione. Non sentivo alcun rumore, e la pace circostante sembrava un dono di quella immensa distesa stellata che dal cielo si propagava fin qui sulla terra. Già una grandissima dolcissima sensazione di pace. Ma solo apparente, però! Incredibile come le cose possano apparire diverse da quello che sono.
Ognuno di quei puntini luminosi non è altro che l’effetto ottico di un sistema stellare, due corpi celesti molto più grandi del sole che ruotano uno accanto all’altro in un moto che è anche una lotta, una lotta per la sopravvivenza, perché con l’enorme gravità che posseggono si succhiano materia a vicenda, fino a quando una delle due masse ha il sopravvento e ne rimane una soltanto, una stella massiccia fino a mille volte più grande del sole.
Quella sarebbe la deliziosa stellina, la cui superficie bianchissima è il risultato di un rogo terribile con temperature di migliaia di gradi, risultato della fusione nucleare che all’interno trasforma l’idrogeno in elio superando sei milioni di gradi! Quella pace e quel silenzio sono originati dalla inaudita violenza delle forze dell’universo! Una serie infinita di immani bombe termonucleari! E nella via lattea, con tutto il suo miliardo e oltre di stelle, come in tutte le altre galassie avviene la stessa cosa.
D’altra parte la stessa origine dell’universo, il Big Bang il più inconcepibile e violentissimo evento che mai si possa concepire! Tutta la materia dell’universo che si scontra in una enorme esplosione, azzerando il tempo, dando nuova prospettiva e dimensione allo spazio.
Già, lo spazio, ogni volta il mio pensiero finisce sempre sullo spazio! Lo spazio è infinito, cosparso di materia che in esso si espande a formare l’universo, ma dove si espande l’universo? Bella domanda! Si espande verso il nulla. Ma quali sono i confini del nulla? Dovrei domandarlo a Stephen Hawking, ma dubito che possa rispondermi in due parole, perché il nulla non ha confini e rappresenta il più grande mistero dell’universo, quello che fa sentire piccole tutte le più grandi menti scientifiche, e forse sarà risolvibile solo se un giorno la logica matematica riuscirà a definire con certezza l’infinito assoluto, con una equazione applicabile anche allo spazio oltre la nostra immaginazione. Lì dove non potremo mai andare, anche se volessimo, anche se potessimo viaggiare alla velocità della luce, perché le forze gravitazionali ci obbligherebbero sempre a traiettorie curve alle quali non riusciremmo mai ad opporci... Perché la nostra ultima sorte è quella di prigionieri dell’universo. Una prigione dai confini immensi, tanto immensi che è impossibile fuggirne. Almeno in questa vita.

 
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