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Creato da: Pytagoricum il 19/05/2008
Interrogativi senza risposta – sensazioni inspiegabili – realtà oltre ogni possibile comprensione

 

 
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Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da Pytagoricum
 

Il Linguaggio di Dio

Quando noi preghiamo ci rivolgiamo a Dio pensando o parlandogli utilizzando la lingua che abitualmente parliamo, compresi i dialetti, che per la maggior parte delle persone meglio aiutano a esprimere con pienezza sentimenti e intime situazioni. Come parla Dio, o come ci parla, invece non lo sappiamo, perché all'infuori di Mosé sembra che a nessun essere mortale sia mai stata data questa possibilità. A molti Dio parla, ma in modo indiretto, facendo percepire emozioni, instillando pensieri, idee, suggerendo risposte o talvolta con precisi moniti, ma nessuno, anche tra i santi può dire di aver materialmente ascoltato la voce di Dio e quindi la lingua che parla. I cristiani tra l'altro sovrappongono alla figura di Dio quella del Cristo, che per essi diviene nell'ambito della Trinità la figura di maggior riferimento, il Salvatore, il Dio fatto uomo che con il suo sacrificio sulla croce ci avrebbe assicurato la salvezza eterna, spesso trascurando quella fondamentale che dovrebbe essere quella del Dio Padre, di cui il Cristo sarebbe emanazione e quindi Dio in seconda istanza, scaturito dalla Sua precisa volontà di risollevare le sorti dell'umanità sofferente. Cristo quindi insieme allo Spirito Santo come espansione dell'immagine dell'unico Dio, quello già dagli Ebrei considerato il Dio unico, monolitico, indivisibile, così da escludere altre forme di deità che avrebbero confuso le idee dei credenti già tentati dal più facile paganesimo dei popoli confinanti. Ma tornando alla lingua di Dio, Egli ci parla con il linguaggio del creato, della natura, di tutte le cose che intorno a noi in qualche modo a Lui riferiscono, il linguaggio del creato, un linguaggio incomprensibile per i sordi, ma facile per chi si apre alla voce della natura e del creato, perché basta guardarsi intorno con occhi diversi e ascoltare, che, non una voce stentorea e roboante, ma qualcosa giunge dentro di noi, portandoci qualche risposta che prima non avevamo e neanche pensavamo avesse importanza, quindi identificare e definire il linguaggio del creato, quello che Dio utilizza per comunicarci i suoi messaggi, per dare risposte alle nostre infinite domande. L'universo, e tutte le cose che in esso sono contenute, galassie, stelle, pianeti, rocce, animali e piante rispondono alle leggi del creato, che sono anche le leggi della scienza fin qui scoperte e le altre innumerevoli che ancora la comunità scientifica potrebbe scoprire, perché ancora molto altro potrebbe stupirci prima che un giorno, o forse mai, si possa enunciare il teorema della completezza. Solo allora, dopo aver verificato e dimostrata la completezza delle scoperte nell'ambito del creato e dei limiti estremi della creazione, allora avremo scoperto anche il linguaggio di Dio, e forse anche le ragioni che lo spinsero a mettere mano alla creazione e i motivi che tra tante scelte possibili l'universo e tutte le sue cose hanno assunto le forme che conosciamo e il perché la vita sia sgorgata spontaneamente, quasi fatto ineluttabile al quale la istintiva evoluzione della materia nelle miriadi di aggregazioni possibili non potesse sottrarsi, generando agglomerati molecolari sempre più complessi che miravano soltanto a un obiettivo, quello di conseguire forme di vita intelligente mosse da stimoli razionali, indotte da una logica crescente spinta dalla consapevolezza di esistere. Il linguaggio di Dio é quindi quello della logica, di cui l'espressione più accessibile si evince nella matematica, il cui sviluppo pur molto avanzato è ancora distante rispetto al massimo possibile, ma comunque tra tutti i linguaggi possibili è quello che esprime le ragioni più complesse nel modo più semplice e diretto, perché logica è soprattutto semplicità e razionalità, come l'algebra Boleana, in grado di interpretare le proposizioni logiche fondamentali e per questo motivo si pone alla base dei linguaggi di programmazione informatica. Allora se Dio volesse scriverci una lettera, non dovremmo meravigliarci se la scrivesse in linguaggio macchina, quello che qualsiasi sistema interprete di linguaggi di programmazione può comprendere e tradurre in comandi e istruzioni, per renderci così comprensibile il Suo messaggio. Forse un simile discorso non riuscirebbero a comprenderlo in molti, ma forse è proprio quello che già accade, Dio ci parla ma pochi anzi pochissimi riescono a comprenderlo.

 

 
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Pytagoricum
Pytagoricum il 06/02/09 alle 12:11 via WEB
Ciao Valeria, ti ringrazio per il tuo gradito commento e per il tuo apprezzamento per quest post, come gli altri scaturito dalle mie riflessioni profonde. Complimenti ache a te per il tuo bellissimo blog che emana una dolcezza veramente angelica. Un abbraccio :-)) Pyt
 
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