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Critiche alla tesi di fondo del nuovo libro di Stephen Hawking

Post n°35 pubblicato il 21 Novembre 2010 da Pytagoricum
 

Non è una novità l'universo senza Dio del professor Hawking

Traduzione di Edoardo Terrazzani da The American

Stephen Hawking occupa la cattedra in matematica all'Università di Cambridge che a suo tempo fu occupata niente di meno che da Isaac Newton. Perciò quando Hawking ha dichiarato che le nostre conoscenze fisiche dimostrano che Dio non ha creato l'universo, siamo stati obbligati a prestare attenzione. Riassumendo la tesi di fondo del suo nuovo libro, The Grand Design (scritto con Leonard Mlodinow), Hawking ha scritto che: “In ragione dell'esistenza della legge di gravità, l'universo si crea - e si creerà - da solo e dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui esiste 'qualcosa' piuttosto che 'niente', la ragione per la quale l'universo esiste e per la quale noi esistiamo.” 
La notizia delle affermazioni di Hawking ha fatto in fretta il giro del mondo. Il suo pensiero è stato però tiepidamente accolto da atei da battaglia come Richard Dawkins:” Darwin ha sbattuto Dio fuori dalla biologia”, ha ricordato Dawkins, “ma in fisica tutto rimane più incerto. Stephen Hawking sta cercando di sferrare il ‘colpo di grazia’ ”.
Il cosmologo ateo Lawrence Krauss, con un pezzo apparso sul Wall Street Journal, ha corroborato questa tesi, affermando che se l'energia “positiva” e quella “negativa” sono equivalenti nel nostro universo, allora il nostro mondo potrebbe essere emerso dal nulla.

Andiamo a guardare da vicino. Per quanto l'annuncio di Hawking sia stato largamente trattato come una scoperta scientifica, i suoi argomenti non sono né nuovi né tanto meno convincenti. Hawking confonde le leggi della fisica (che descrivono matematicamente il modo in cui la materia si comporta a certe condizioni), con gli agenti causali.
Piuttosto che spiegare le ragioni dell’esistenza dell'universo, l'idea di un universo ordinato e regolato da leggi come quella di gravità, è una di quelle asserzioni che non ancora ricevuto adeguata dimostrazione. Un matematico di Oxford, John Lennox, ci ha invitato a riflettere sul fatto che “scegliere tra Dio e la fisica, è un pò come se qualcuno ti chiedesse di scegliere tra l'ingegnere aeronautico Sir Frank Whittle (ndt. Pioniere della propulsione aerea a reazione) e le leggi della fisica che spiegano il motore a reazione.” Sono due cose diverse. Hawking sta evidentemente commettendo un errore di categoria.
Secondo aspetto: benché Hawking parli dell'universo “che crea sè stesso dal Niente,” egli impiega la parola “Niente” per riferirsi esattamente al suo opposto. Come fa notare il fisico e gesuita Robert Spitzer, la gravità “ha una specifica costante a sé associata e specifiche caratteristiche, oltre ad avere specifici effetti sull'energia di massa e sullo spazio-tempo stesso. Quella di Hawking è una curiosa definizione di 'Niente'.” Hawking ha fallito nello spiegarci per quale motivo c'è ‘Qualcosa’ piuttosto che ‘Niente’. Egli ha solamente asserito che qualcosa viene da qualcosa. E che quel qualcosa ancora deve essere spiegato. La maggioranza delle recensioni giornalistiche al libro di Hawking ha mancato di mettere in risalto l'equivoco esistente nel suo ragionamento. E di conseguenza, i lettori potrebbero essere condotti a rassegnarsi a un’assurda conclusione: “ la scienza ha provato” che il Niente crea il Tutto. Chiunque possa essere spinto a bersi una tale corbelleria non avrà modo di difendersi anche dal più inverosimile ragionamento. E' come volere negare il principio di non-contraddizione. Se ciò dovesse divenire lecito, qualsiasi cosa potrà essere dimostrata.    
Naturalmente, nell'usare il “Niente” al fine di riferirsi a “Qualcosa”, Hawking si abbandona a un assurdo. Non solo. Ma fallisce anche nel risolvere il problema che egli stesso aveva posto. Sin noti che, la prova che la stessa fisica ha fornito a dimostrazione di sé medesima, ha creato molti problemi al materialismo per almeno un secolo. Nel XIX secolo, infatti, la visione scientifica corrente aveva la pretesa di essere eterna e per questo la domanda avente ad oggetto ‘inizio’ e 'causa' dell'universo era di per sé vietata. Purtroppo la Natura non cooperò nel processo che ha portato alla creazione della prova...
Infatti, incominciando con la scoperta di Ewin Hubble del c.d. redshift (lo spostamento verso il rosso) nelle distanti galassie – la quale implica che l'universo si espanda -  possiamo oggi affermare che l'universo abbia un'età, e più esattamente, che esso abbia un tempo in un finito passato. Da principio, molti scienziati mossero resistenze alla teoria di un “inizio cosmico”, giacché intuitivamente coglievano l'implicazione in base alla quale qualsiasi cosa abbia un inizio, deve avere causa a sé stante che possa giustificare la propria esistenza.

Comunque, sebbene la portata di tali implicazioni teologiche sia mastodontica, la prova di un Inizio – quali il redshift di galassie distanti e la radiazione di fondo -  alla fine riuscì a convincere anche i più scettici. La domanda sull'origine dell'universo è oggi trattata come questione scientifica perfettamente legittima, anche se la risposta più popolare (quella di Dio) è generalmente accolta con sdegno.
A sostegno della prova di un Inizio, scoperte umane quali le leggi basiche dell'universo, le costanti e le condizioni iniziali, sembrerebbe “messe a punto” squisitamente per l'esistenza di vita complessa. A questo punto il quadro si fa un pò spettrale. Persino un ateo come Sir Fred Hoyle ha confessato che sembra molto che qualcosa non dissimile da un “super-intelletto” si sia messo a “giocherellare” con le leggi della fisica. L'effetto combinato di questa prova è abbastanza forte da far venire un attacco di ‘panico metafisico’ a un qualsiasi ‘devoto materialista’. Non c'è unanimità su questo. Scienziati prominenti come Alla Sandage, Charles Townes, Arno Penzias (co-scopritore della radiazione di fondo), e Francis Collins (ex-capo del Progetto sul genoma umano), trovano che le prove addotte dalla fisica e la cosmologia suggeriscano che l'universo sia stato creato.   

Per esserne certi, i termini del discorso diverrebbero pero' raffinatamente molto complicati. Le persone ragionevoli potranno dissentire nel merito del loro significato, questo è fuor di dubbio. Quel che è certo è che, contrariamente ai pronunciamenti di Hawking, la questione è lungi dall'essere stata risolta. 

 
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Ron Krumpos il 22/11/10 alle 22:58 via WEB
In "The Grand Design" Hawking says that we are somewhat like goldfish in a curved fishbowl. Our perceptions are limited and warped by the kind of lenses we see through, “the interpretive structure of our human brains.” Albert Einstein rejected this subjective approach, common to much of quantum mechanics, but did admit that our view of reality is distorted. Einstein’s Special Theory of Relativity has the surprising consequences that “the same event, when viewed from inertial systems in motion with respect to each other, will seem to occur at different times, bodies will measure out at different lengths, and clocks will run at different speeds.” Light does travel in a curve, due to the gravity of matter, thereby distorting views from each perspective in this Universe. Similarly, mystics’ experience in divine oneness, which might be considered the same "eternal" event, viewed from various historical, cultural and personal perspectives, have occurred with different frequencies, degrees of realization and durations. This might help to explain the diversity in the expressions or reports of that spiritual awareness. What is seen is the same; it is the "seeing" which differs. In some sciences, all existence is described as matter or energy. In some of mysticism, only consciousness exists. Dark matter is 25%, and dark energy about 70%, of the critical density of this Universe. Divine essence, also not visible, emanates and sustains universal matter (mass/energy: visible/dark) and cosmic consciousness (f(x) raised to its greatest power). During suprarational consciousness, and beyond, mystics share in that essence to varying extents. [quoted from my e-book on comparative mysticism]
 
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