Creato da DeborahFra il 24/10/2013

MISUNDERSTANDEBY

Mamma, donna e testa tra le nuvole

 

 

Vuoi essere un eroe? Allora devi essere o sfigato o ricco sfondato.

Post n°9 pubblicato il 03 Maggio 2014 da DeborahFra
Foto di DeborahFra

ATTENZIONE CONTIENE UN PICCOLO SPOILER SUL FILM "THE AMAZING SPIDERMAN 2 IL POTERE DI ELECTRO"

 

Ho imparato un sacco di cose sui super eroi, che mai e poi mai avrei immaginato di voler sapere. Ebbene con due bambini a casa mia si mangia pane e Spiderman tutti i sacrosanti giorni.

La scorsa settimana siamo andati al cinema a vedere "The amazing Spiderman 2" a seguito del film e considerata, la passione dei miei bambini che sognano di avere qualche super potere ho iniziato a scervellarmi per capire come spiegargli in modo infantile e ben comprensibile a loro che non è possibile.

Ho iniziato così ad analizzare alcuni loro beniamini della Marvel.

Partiamo dal loro preferito, per l'appunto SPIDERMAN alias Peter Parker orfano di entrambi i genitori, affidato agli zii, nerd, imbranato ed impacciato. Un bravo ragazzo al quale uccidono lo zio la prima volta che si comporta in modo diverso dai sani principi con i quali generalmente agisce. Per non parlare di quest'ultimo film in cui muore anche la bellissima fidanzata Gwen.  Ho sentito dire che anche Jessica Fletcher quando lo incontra cambia strada ,fa le corna dentro la tasca della giacca e per esorcizzare canta "Hanno uccisol'uomo ragno" degli 883.

HULK, ovvero Bruce Banner uno scienziato, un'altro nerd,  un'altro porta iella che rimasto vedovo,si rinchiude in laboratorio e viene colpito da delle radiazioni che lo trasformano in una sorta di Doctor Jeckyll e Mr Hyde. Nella serie televisiva degli anni '70,quella del mitico Lou Ferrigno, della quale da bambina ero fan, mi ricordo solo che ad ogni fine puntata rimanevo sempre male, perchè dopo che si era fatto in quattro per salvare qualcuno doveva sempre scappare, perchè gli davano la caccia. Era il mio "forever alone" preferito. Nella serie dei cartoni animati della Marvel,invece, anche se integrato nel gruppo degli "Avengers" è sempre oggetto di scherno da parte deisuoi compagni che lo trattano come un puzzone con l'alitosi.

CAPITAN AMERICA un omino esile che viene ripetutamente rifiutato dall'esercito,quando finalmente viene coronato il suo sogno e  viene accettato è unicamente per utilizzarlo come cavia e creare un super uomo. Risolve il conflitto della seconda guerra mondiale e come ringraziamento viene surgelato, messo in uno sgabuzzino, per  essere  scongelato decenni dopo quando ora mai la sua amata e i suoi amici sono in casa di riposo o dediti al riposo eterno.

IROMAN forse è il meno sfortunato, uno straricco  latin lover, che però a seguito di un’ esplosione di una mina ha delle  schegge vicino al cuore da dover tenere a bada.

Non da meno sono gli eroi della Dc Comics Batman e Superman.

BAT MAN anche lui ricchissimo e  orfano di entrambi i genitori. Ha la fobia dei pipistrelli e quindi decide che se ne ha paura lui anche i suoi nemici potrebbero intimorirsi e  decide di incarnarne il simbolo.Un ragionamento contorto ma che  mi fa pensare che mai e poi mai io che ho il terrore dei serpenti mi vestirei tutta pitonata, neanche dovessi scoprire che è l'unico materiale al mondo auto lavante e senza bisogno di essere stirato. E dire che anche il ferro da stiro mi sta veramente poco simpatico quasi da farmi paura…

 

SUPERMAN, non solo orfano ma pure catapultato in un'altro pianeta, innamorato di una donna che non se lo fila, e non lo riconosce se si mette gli occhiali e si toglie il pigiamino da supereroe, se non è sfigato pure lui...

Insomma non credo proprio di poter dire ai miei pargoli, mentre gli rimbocco le coperte la sera :

"Tesori belli se volete essere dei super eroi, dovrebbero succedervi almeno due di queste cose: rimanere orfani, essere vittima di un incidente di laboratorio essere punti da un ragno, essere ricchi ereditieri, ed essere tanto tanto sfigati e soli"

Per fortuna ieri sera mentre guardavamo per la ottocentoquarantottesima volta Spiderman alla TV il mio secondo genito mi ha fornito un'ottima scusa.

Giovanni " mamma ma quando sono un ragazzino mi verranno anche a me i peli sul petto?"

Io " certo tesoro proprio come papà!"

Giovanni "ma Spiderman non ce li ha, l'ho visto quando si toglieva il costume!"

Io " amore allora se ti cresceranno i peli sappremo che non potrai essere un supereroe"

 

 

Ora i casi sono due, o aspetterà paziente fino quando sarà grande ed avrà  capito da solo che i superpoteri non esistono, oppure, sto allevando un piccolo metrosexual.

 
 
 

GIORGIA

Post n°8 pubblicato il 30 Aprile 2014 da DeborahFra

18 anni fa' sei nata tu e io sono diventata zia.

Ero poco più grande di te adesso, facevo il quinto anno di ragioneria ed era fine anno scolastico, avevo la felicità per l'avvicinarsi dell'estate e la paura della maturità.

La mia testa piena di speranze, sogni,desideri, ero innamorata e non corrisposta, mi sentivo invincibile sentivo che il mondo mi apparteneva e io appartenevo a lui.

Mia sorella, la tua mamma, per me, è sempre stata il buon esempio la vita che avrei voluto, siamo tanto diverse eppure simili su tante cose.

Io avevo il mio capitolo della età adulta da scrivere nel libro vita e tu avevi ancora tutte le pagine bianche, da riempire da scoprire da sfogliare.

Mi ricordo quando arrivata a casa da scuola mi hanno detto che eri nata.Toccavo il cielo con un dito ero curiosa di vedere come era la mia nipotina,che avevo già tormentato dal pancione di mai sorella, e avevo già sentito singhiozzare.

Sono arrivata all'ospedale, tua mamma era di spalle e tu sbucavi  con il visino e ti succhiavi la manina facendo un rumore troppo grande per un esserino così piccolo.

Ti ho preso in braccio che avevi 6 ore di vita eri piccola con gli occhioni belli, eri la mia nipotina.

Di te ricordo i mille rigurgitini che mi hai fatto sulla spalla, ogni volta che ti prendevo in braccio riempivi il pannolone e quasi mi offendevo se non succedeva, anche se mi stava nascendo il dubbio che forse come zia facevo cagare...

Poi i primi sorrisini. i gorgoglii. le prime parole. i primi passi, l'asilo,la scuola, i saggi di danza, ed eccoti qui che hai quasi raggiunto il punto della mia vita, dove ci siamo incontrate.

Ti auguro di individuare la tua strada, di seguire un percorso che ti appassioni e che ti dia soddisfazione. Di fare le tue scelte pensando al tuo presente ma di proiettarti sempre nel futuro, perchè è da adesso che si traccia il selciato per la strada della tua vita, quella dove sarai indifesa, quella che se anche ti saremo sempre vicini, sarai tu in prima persona a dover indirizzare. Buona scelta, buona vita cucciola mia.

 
 
 

QUARANTA ANNI

Post n°7 pubblicato il 24 Aprile 2014 da DeborahFra

Quest’anno  a giugno compio trentotto anni, ed inizio a fare un po’ di bilanci sulla mia vita. Perché più o meno tutti credo proviamo l’ansia da prestazione con l’avvicinarsi dei fatidici quaranta. Ed ecco le domande più profonde del tipo sei soddisfatta di te, ti piace quello che hai costruito e via discorrendo. Partiamo dal presupposto che io non ho mai saputo cosa volevo fare da grande, da bambina e da adolescente cambiavo continuamente idea passavo dalla parrucchiera , alla veterinaria , alla missionaria in Africa, la maestra d’asilo, insomma ogni giorno avevo una nuova passione, ma così come riuscivo a costruire nella mia fantasia una favolosa carriera piena di soddisfazione, così in quattro e quattro otto riuscivo a smontare tutti i miei progetti. E così mi ritrovo in età adulta che a dire il vero non so proprio se a livello lavorativo, ho seguito il mio talento o il mio istinto, direi che ho seguito più che altro la necessità. Però non mi do per vinta, a me piace scrivere e mi piace sognare e quindi lo faccio ispirandomi a Carrie di Sex and City, la versione, sequel dopo il matrimonio, con due figli, il mutuo, senza Jiimy Choo nell’armadio, ma con le amiche di sempre con le quali si esce per locali per sbevazzare e  sentirsi di nuovo teenager per una sera ma senza la necessità di trovare la conferma  del proprio fascino nel  sesso maschile .E senza avere una Samantha che mi racconta tutte le sue avventure erotiche. Il bello è che non mi sento invecchiata e che mi sento ancora una ragazzina, forse perché a differenza dei nostri genitori, mi lascio ancora appassionare dalla musica, dai film e dai libri, ho ancora i miei idoli. Sotto le spoglie della donna matura sono ancora una ragazzina che si innamora virtualmente di attori e cantanti. Tutto il mio idillio viene interrotto quando per strada  o in un negozio una giovane donna di vent’anni si appella a me dandomi della signora, ecco in quel frangente vorrei intonare la canzone “Non sono una signora”  a squarcia gola e con la stessa grinta Bertè. Non è escluso che prima o poi capiti al supermercato quando al banco dei salumi chiameranno il mio numero e quando sentirò “Signora  cosa le servo “  io tolga la valvola salva figure di melma e scoppi. Altrimenti è inevitabile che sentirsi dare del Lei da una ragazza, scaturisce subito una serie di paragoni ed inizio a pensare che alla sua età ero spensierata, tra le mie priorità non rientravano i figli, i conti da far quadrare per riuscire a pagare tutte le bollette, la gestione di una casa, i mille panni da lavare stirare e riordinare. Insomma  le preoccupazioni che avevo erano andare a lavorare, fare shopping, decidere come vestirsi e frequentare i locali che mi piacevano con gli amici. Saranno le preoccupazioni che invecchiano e fanno apparire i capelli  spenti, fanno aumentare il giro vita , gonfiare il sedere e aumentare la cellulite? A volte mi sento come un personaggio della mia infanzia, Donna Santina, la quale ottuagenaria e convivente ora mai da anni con il famoso tedesco Sig. Alzheimer  mi  ripeteva sempre  “Chissà come si presenterà la mia vecchiaia?”  . Ebbene io sono ancora qui a chiedermi “Chissà come sarò da grande!”

Se vi fa di leggere, da un'altra prospettiva, sull'argomento donna quarantenne vi consiglio questo blog  http://ginevrasex.blogspot.it/2014/01/leta-delle-donne.html

 
 
 

Pensieri piccoli

Post n°6 pubblicato il 21 Aprile 2014 da DeborahFra

 

Con le festività Pasquali ho potuto rivivere, se pur indirettamente , l'entusiasmo che i bambini hanno per le piccole cose, la speranza che ripongono nella fantasia.

La sera prima di Pasqua erano euforici, hanno messo sul comodino una letterina per il coniglietto che nella notte sarebbe passato a portargli le uova di ciccolata, e quasi non riuscivano ad addormentarsi tanto erano  emozionati. La loro genuina ilarietà, la gioia che sprizzano da tutti i pori  la mattina di Natale quando corrono sotto l'albero per vedere se ci sono i regali o il giorno del loro compleanno mi fa sorridere e mi fa tornare bambina. Mi ricordo di quando anche io ci credevo, mi viene in mente il mondo della fantasia nel quale abitavo.

Ho la grossa fortuna di ricordarmi molti dei mie pensieri da bambina, di alcuni mi vergogno anche adesso, ma sono talmente tanto ingenui da renderli carinamente dolci... Ecco cosa mi frullava nel cervellino:

La cacca la facevo solo io, gli altri non avevano questo bisogno e ricordo di essermi pure offesa un po' quando ho scoperto il contrario.

Quando guardavo la televisione se c'era Miguel Bosè, per il quale presi la mia prima cotta, stavo immobile sul divano e cercavo di aggiustarmi i capelli convinta che lui potesse vedermi, a volte se riuscivo a vincere la mia timidezza gli facevo pure un cenno di saluto con la mano.

Ero convinta che dentro la pancia di mia mamma, c'era una casetta con il lettino la cucina il bagno, un piccolo monolocale nel quale ho abitato per nove mesi e mi ricordo anche che rimproveravo spesso mia sorella maggiore di averlo lasciato in disordine. Questo tipo di fantasia me l'ha raccontata anche mio figlio, lui sostiene che aveva uno skateboard e nella mia pancia c'è una rampa parabolica e lui passava il tempo,allenandosi. Dopo quanto ammesso dal mio bambino avrei potuto iniziare a covare dei sospetti che le nostre fantasie fossero fondate , se non fossi stata certissima di quello che avevo visto attraverso l'ecografie per diciotto mesi, la somma delle due gravidanze.

Odiavo le dolcevita prima di infilarle dovevo assolutamente trattenere il fiato altrimenti mi sarei persa nel collo della maglia per sempre.

La nebbia mi faceva paura perchè pericolosissima se l'avessi respirata, in realtà non sopportavo  la sensazione di umidità che provavo a respirarla,allora tutte le volte che dovevo uscire, mi facevo prendere in braccio da mio papà, chiudevo gli occhi infilavo il naso nella sciarpa e ritornavo alla normalità solo quando ero al sicuro chiusa dentro l'automobile.

Il mio gioco preferito era fare finta di essere la mamma dei mei genitori, andavo avanti pomeriggi interi a trattarli come se fossero stati i miei bambini, entravo talmente nella parte che a volte me ne convicevo quasi.

Bene ora mi chiedo, ma i miei genitori come hanno fatto a pensare che io fossi un bambina normale? E nonostante tutto come ho fatto ha crescere sana?

Ovviamente scherzo a volte mi piacerebbe riuscire a vedere il mondo con gli stessi occhi di quando ero piccolina.

 
 
 

Io e Kate

Post n°5 pubblicato il 20 Aprile 2014 da DeborahFra

Io  ho la sveglia alle 6.45, prendo coscienza della realtà ,mi chiedo se ho vemente dormito e come sia possibile essere già stanca con la sensazione di aver zappato ettari ed ettari  di terreno invece di essermi riposata.Mi alzo faccio colazione e poi inizia la gara contro le famigerate lancette dell'orologio, quelle maledette, la mattina corrono veloci mentre se la prendono con calma quando sei al lavoro ad annoiarti.Sveglio i pargoli o meglio, cerco di rianimarli, si perchè la genetica non è acqua, noi siamo la famiglia delle civette, di notte non vorremmo mai andare a dormire e la mattina non vorremmo mai alzarci. Inizio con una serie di paroline dolci,canzoncine, carezzine, per poi passare alla fase successiva e divento la Signorina Rottermaier, fredda glaciale che impartisce ordini. "Forza! Fate colazione" " Su su a lavarsi!" e "E' ora di vestirsi" I tutto correndo come una matta avanti e in dietro per casa, aprendo finestre, riordinando letti, tirando fuori la cena dal frizzer, lavando le tazze della colazione, pulendo la sabbietta del gatto. Ho anche imparato ad infilarmi i pantalonimentre ho lo spazzolino in bocca e mi lavo i denti. Insomma la mattina è una lotta e quando finalmente alle 8.15 siamo tutti e tre incappotati e pronti per uscire di casa, qualcuno mi tira il giubotto e mi urla "Mammaa mammmaaaa la caccaaaa!". Ci sono mattine in cui mi sento molto vicina a Bruce Banner, so quale sforzo è costretto a compiere per non trasformarsi nell' incredibile Hulk, lo sento, le mie vene del collo sembrano quelle di Al Cogan, e la mia pressione sembra quella di un bollitore dell'acqua peril thè  e a volte temo anche di emettere il caratteristico fischio...

 

A Londra invece....

Kate Middelton dorme tranquilla, suona la sveglia, tira su dagli occhi la mascherina da notte e si sente riposata, bella fresca come una rosa.Non ha sofferto per i risvegli notturni del pargolo, perchè è nell'altra stanza e se ne sono occupate le tate. Arriva la colazione in camera, dopo le toccherà fare lo sforzo di lavarsi, poi le toccherà andare nella sala del trucco e parrucco dove ci saranno due bravissime professioniste ad attenderla. Più tardi si infilerà in dei vestiti costosi, che a questo punto non saprei dire.. I reali indosseranno lo stesso vestito due volte?E'un quesito che mi sono sempre posta, poniamo il caso di si,si rimette gli stessi abiti che aveva messo due mesi fa, sicuramente la mise, non è stata lavata stirata e riposta nel guardaroba da lei ma bensì dal personaledi corte preposto...  Ebbene nell'altra stanza il pargolo è stato sfamato, lavato, profumato e vestito dalle tate. Passerà a fargli due carezze lui con la pancia piena e con il sederino pulito sarà il bambino più felice del mondo e insieme belli e profumati inizieranno una nuova giornata da principi...

Ecco se per avere un risveglio del genere io dovessi rinuciare alla mia privacy, alla possibilità di andare al cinema, teatro, al ristorante, in vacanza e in qualsiasi posto senza paparazzi che mi inseguono, giornali che non sperano in null'altro che in una mia gaffe ... bhè forse sarei anche disposta a compiere l'estremo sacrificio di vivere costantemente sotto i riflettori.

 
 
 

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