6 marzo 2011Giornata di piena solitudine. Mi piace, mi pare addirittura strana, forse perchè vengo da una lunga vacanza, dove – per definizione – la solitudine non esiste, se non in modo clandestino e poco evidente.Sono uscito a piedi nei dintorni nella mia nuova casa. Ho trovato un ponticello sul fiume, una passerella pedonale in legno, bella da vedere, moderna, tenuta sospesa da cavi d’acciaio. Vibra tutta per qualche istante se ci salti sopra quando sei nel mezzo.Il cielo stellato, l’aria fredda, fari di auto poco più in là, molta gente invisibile ma alcuni con gran fretta di rientrare dalla gita domenicale.Nel mio lento camminare, ritrovo un vecchio interlocutore: me stesso.Ho così fatto lunghi discorsi a voce bassa, camminando deciso ma senza meta, fermandomi talvolta nel mezzo della passerella sul fiume, oppure di uno degli altri ponti dei pressi, osservando due cose che per me sono simbolicamente uguali ed altrettanto belle: lo scorrere dell’acqua e il passaggio del treno. In queste occasioni la cosa più facile da notare è come certi momenti di riflessioni si assomiglino così tanto, pur a distanza di anni e a seguito di esperienze diverse.Forse perchè in effetti l’interlocutore è comunque lo stesso e non può in nessun modo essere diverso.
Solitudine del rientro
6 marzo 2011Giornata di piena solitudine. Mi piace, mi pare addirittura strana, forse perchè vengo da una lunga vacanza, dove – per definizione – la solitudine non esiste, se non in modo clandestino e poco evidente.Sono uscito a piedi nei dintorni nella mia nuova casa. Ho trovato un ponticello sul fiume, una passerella pedonale in legno, bella da vedere, moderna, tenuta sospesa da cavi d’acciaio. Vibra tutta per qualche istante se ci salti sopra quando sei nel mezzo.Il cielo stellato, l’aria fredda, fari di auto poco più in là, molta gente invisibile ma alcuni con gran fretta di rientrare dalla gita domenicale.Nel mio lento camminare, ritrovo un vecchio interlocutore: me stesso.Ho così fatto lunghi discorsi a voce bassa, camminando deciso ma senza meta, fermandomi talvolta nel mezzo della passerella sul fiume, oppure di uno degli altri ponti dei pressi, osservando due cose che per me sono simbolicamente uguali ed altrettanto belle: lo scorrere dell’acqua e il passaggio del treno. In queste occasioni la cosa più facile da notare è come certi momenti di riflessioni si assomiglino così tanto, pur a distanza di anni e a seguito di esperienze diverse.Forse perchè in effetti l’interlocutore è comunque lo stesso e non può in nessun modo essere diverso.