mitomarcomane
io: due occhi, dieci dita, un'infinità di pensieri
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Aspetto con pazienza l’istante rubato alla felicità, sperando che la mia vita sappia farsi trovare al posto giusto.
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(attenzione, mi sembra superfluo precisarlo: ma la hostess della foto non ha nulla in comune con quella del racconto, se non - forse - la divisa!)
7 luglio 2009
Non so perché, ma sull’aereo mi piace stare da solo. Già la vacanzina sarà con la mia ragazza: in camera, in giro, nelle foto. Il volo lo preferisco insieme a passeggeri sconosciuti.
Cerco di entrare a bordo tra gli ultimi, quando rimangono liberi solo un posto qua e uno là, così per me è fatta. Devo stare attento perchè la mia ragazza forse conosce il mio stupido desiderio e lotterà affinchè non si realizzi.
Noo!!! Un signore di colore con gli occhialini fini sta da solo al posto finestrino. La mia ragazza ci si fionda accanto a passo trionfante, per me c’è il sedile del corridoio, come evitarlo? Sono con lei, vabbè, poco male.
Invece... colpo di scena... il boarding non è ancora completed. Arriva una mamma con due bambini! Benissimo. Pochi secondi dopo ecco la hostess vagare in cerca di volontari per non separare la trifamiglia. Il signore al finestrino incrocia il mio sguardo e tacitamente offe la sua massima disponibilità. La mia ragazza finge di essere distratta e guarda altrove con indifferenza, che però si tramuta in odio quando prendo la parola e risolvo la questione con un: “non c’è problema!”.
Un signore di colore con gli occhiali fini, una ragazza invisibilmente furiosa (che non sembra più tanto mia...) e il sottoscritto si alzano in cerca di nuovi posti.
Finisco quasi in testa all’aereo. Sono in mezzo al personale Ryanair. Oltre alle due hostess di testa, che mi stanno sedute di fronte, viaggia un equipaggio che deve raggiungere la partenza di un altro volo: sono due hostess e un pilota. Sono vicinissimo alla cabina di pilotaggio. I due piloti e tutti i comandi sono perfettamente a vista fin quasi alla partenza, quando chiudono la porta. Combattono dentro di me la paura di volare e l’amore per la tecnologia che consente di farlo. Vedere la cabina è per me motivo di interesse e di sgomento allo stesso tempo, per fortuna con un lieve prevalere del primo.
Sia l’equipaggio in servizio, sia quello trasportato, sono composti da quasi tutti italiani.
Posso ascoltare i loro discorsi e saperne qualcosa in più su Ryanair e sulla psicologia del personale, ma fin da subito mi colpisce la hostess più giovane.
Di sicuro è carina, ma non da far girare la testa per la strada (o lungo il corridoio dell’aereo...), né da attirare le attenzioni del pilota che le è seduto di fronte. E’ una tipa curata, gentile e sempre sorridente, di un sorriso più dolce che affascinante. Pare molto seria nel suo lavoro; con attenzione verifica che le cinture siano allacciate e i poggiabraccia abbassati. Pur con tutto l’impegno, non ha lo stile molto professionale (eppure non formale) della capo hostess, né possiede l’affabilità un po’ gay dello stewart grassoccio e con la cravatta corta. La sua bellezza è inferiore a quella, nordica e un po’ fredda, della bionda hostess straniera. Però mi piace osservarla mentre partecipa amabilmente ai discorsi tra colleghe, intervenendo con moderazione, oppure quando si alza per portare il carrello. Credo che chi la sposa faccia un affarone. Lei non è sveglia come la capo hostess, ma nemmeno è stupida. Sa fare le cose seriamente, ma col sorriso. Ascolta con interesse non simulato le teorie altrui e ride agli scherzi (e alla vita, credo). Non ha paura di fare le cose e cerca di farle bene.
Stiamo già quasi per arrivare. Si siede, indossa la cintura e con la sua espressione rassicurante mi aiuta durante la planata non proprio a regola d’arte dell'aereo. Guardo la coppia al mio fianco, due signori sui sessanta anni che non hanno mai parlato durante tutto il volo. Durante l’atterraggio la signora si poggia con delicata naturalezza sulla spalla del marito per guardare meglio dal finestrino.
E’ bello. L’aereo tocca terra, ballonzola senza esagerare, infine frena con decisione. Ce l’abbiamo fatta anche questa volta: siamo salvi. Parte l’italico applauso al pilota.
Il volo è stato piacevole e smetto di scrivere. Intendo pubblicare questa roba su internet e se un bel giorno la mia ragazza scoprirà che ho aperto un blog, vorrei che possa essere il motivo di un’ordinaria incazzatura delle tante e non il motivo per bruciarmi la casa...
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Inviato da: margot
il 17/02/2012 alle 12:20
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