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Italia: non è una crisi finanziaria ma una crisi di solvibilità


Questa mattina (grazie al solito ZH) ho scoperto un Blog davvero interessante: True Economics del Dr. Constantin Gurdgiev (uhmmm chiss cosa avranno in comune ZH e il Dr. C.G….leggetevi il curricula), Il post che ha attirato la mia attenzione parla del vero mega debitone dell’Irlanda, ovvero quello pubblico+quello dei cittadini che hanno una casa+quello delle istituzioni non finanziarie (cioè escluse le banche).Ne sono usciti alcuni tabelle e grafici molto interessanti che mettono in luce come in realt l’Italia non sta vivendo una crisi del debito in senso stretto, ma una crisi di solvibilit . In altre parole, in termini relativi il debito italiano non è poi così alto, anzi è fra i più bassi d’Europa e del mondo occidentale.Il problema mortale è che l’Italia NON è in grado di ripagarlo. Nel nostro paese non si crea più abbastanza ricchezza per farvi fronte, e la causa del disastro sta tutta nella struttura dello Stato.In poche parole ci sono troppi cittadini che vivono letteralmente alle spalle di troppo pochi cittadini deputati alla produzione, a questo si unisca un potere grottesco delle burocrazie e l’intreccio fra piccoli centri di potere e privilegio.Il risultato è che Cipputi non basta più.Dunque anche il “relativamente” piccolo debito totale italiano è impagabile.Questa analisi però contiene anche un elemento di speranza: in effetti l’Italia avrevbbe in se i mezzi per ricominciare a dare un futuro ai propri figli, ci sono 2 mosse da fare: 1) Abbattere una parte di debito vendendo l’enorme quantit di patrimonio improduttivo dello stato (che è improduttivo perchè E’ in mano allo stato) 2) Abbattere la Spesa Pubblica, la Pressione Burocratica e la pressione Fiscale , L’Italia NON ha il problema di NON avere in se le risorse per rifinanziare il suo debito. Il problema sta nel fatto che l’Italia è insolvente nonostante il suo relativamente basso livello di debito totale.Conclusione Abbiamo bisogno di maggiore produttivit , quindi più PIL per lavoratore+più cittadini messi in grado di lavorare e – (meno) parassiti che vivono alle spalle di chi produce.