chi cerca non trova

Alla ricerca di impronte


Camminare in quel lungo deserto assettata e stanca, il sole ha ormai bruciato la pelle del viso sulla quale si vedono i primi segni della vita. Anni passati in questa torrida terra, che per quanto fosse ostile, si finisce comunque per amare, perché noi amiamo ciò che conosciamo. Queste distese di sabbia, il sole che sorge ogni giorno, le gambe che ormai camminano da sole, il dolore è di importanza secondaria. Ma la notte; la notte in questo deserto è cosi meraviglioso. Solo in questa terra sperduta è possibile sentirsi parte dell’universo; e ogni notte quando le stelle danzano con la luna ci si rende conto di essere un tassello in questo universo, nati dalla terra e parte di essa. Da questa sabbia proveniamo, da questo cielo, da questi pianeti, ed è proprio li che ognuno di noi tornerà. Mi fermo a guardare la lunga distesa di sabbia con il calare del sole. Le impronte stanno per svanire con l’arrivo del vento, e con esso la strada percorsa, l’unica strada famigliare. Vorrei tornare indietro per prendere le impronte della strada da custodire gelosamente vicino al mio cuore. La strada dura e sofferta, ma pur sempre la mia; questi passi che pian piano perdono la loro forma contengono ciò che io conosco e temo che il vento insieme ai passi si porti via anche i miei pensieri e le mie riflessioni per lasciare dietro di me una lunga distesa vuota all’apparenza mai percorso prima. Non mi basta il ricordo fotografato nella mente, voglio conservare qualcosa da questo lungo viaggio, qualcosa da poter toccare ogni volta che ne ho voglia. Ormai pero’ l’unico modo sarebbe quello di ripercorrere gli stessi passi all’inverso. Devo andare avanti verso l’ignoto, forse l’oasi è vicino e potrei finalmente essere sereno; ma se non ci fosse? Se l’oasi non dovesse arrivare mai, e fossi costretto a creare nuove impronte senza una destinazione? Rimpiangerei di essere tornato dalla strada gia conosciuta seppur piena di difficoltà?