Pensieri in libertà

Il gatto si morde la coda.


Compensi RAI. La storia è ingarbugliata. Il tetto dei 240 mila euro e' legato all'appannaggio del presidente della repubblica. Nessuno può e deve guadagnare piu' del primo cittadino. Pare corretto. Tutti gli altri stipendi pubblici sono parametrati verso il basso. All'epoca del governo Monti, se ben ricordo, avevano inoltre fatto una classifica per cui lo stipendio del capo della polizia avrebbe dovuto essere piu' alto di quello del presidente della RAI. Anche questo pare corretto. Poi salta fuori la questione dei compensi agli artisti. Artisti? Lavoratori dello spettacolo. Che non dovrebbero essere strapagati. Vadano a farsi un tirocinio in una miniera di carbone. Viene ribattuto che grazie alla loro presenza sono aumentati gli introiti commerciali. Ma gli inserzionisti ricaricano i costi della pubblicita' sulle merci. Per cui io, consumatore, devo pagare di piu' per impinguare il canzonettista, il presentatore e la RAI. Non sono un bancomat La soluzione e' quella di ridurre gli stipendi della RAI e ridurre e di molto i compensi ai lavoratori dello spettacolo. Via il canone e via la pubblicità.