Carlo Molinaro

Ode principale


ODE PRINCIPALE sulla soglia della vecchiaia si accorse di essere stato troppo vile - di avere troppo stemperato in buonismo e buonsenso la sua limpida pazzia la sua limpida poesia oh certo meno degli intellettualuzzi con la sciarpa che scrivono giudiziosi in vitarelle d'apericena in stanze scaldate con serrature prudenti - ma confrontarsi con i mediocri è una scappatoia ridicola si accorse di essere stato troppo vile pauroso di perdere amori che ugualmente perdeva o di ferire ferite che ugualmente feriva - o no poi no poi anche questa è una scusa di zucchero la sua più grande paura era stata d'incontrare il lungimirante assassino il sé stesso che nascosto nel cuore del cuore del cuore al cuore mira e preciso colpisce dall'oltre dell'oltre dell'oltre e se ti prende cadi al di là del posto di confine nell'immenso da cui nessuno è mai tornato l'invisibile abisso infinito che il mestiere dell'artista è rasentare in quel momento gli telefonò sua figlia per accordarsi per il pomeriggio a prendere i bambini e lui sorrise e capì semplicemente di volere tutto in tutto si versò un bicchiere di latte sentì nella bocca la lingua ansiosa di vita e vita ancora d'un'amata innamorata nel chiaro del mattino sentì sulle dita le pieghe della cintura morbida d'una tuta su un ventre al sesto mese di gravidanza vide capelli neri chini su una caffettiera elettrica capezzoli da mordere raccontando favole dita riporre piccoli oggetti in un cartoccio un bacio a labbra chiuse a Porta Susa lettere con foto e piumette colorate e veli da spose su bare di legno si sporse sull'infinito come mai aveva osato e ci sputò