Carlo Molinaro

Miei limiti


MIEI LIMITI Stride un'officina dal cortile: nella sala d'attesa dell'ambulatorio ci sono donne e uomini che aspettano come me varie visite, esami. Vorrei saper vedere anche qui una gloria (che è meno di un senso, ma è qualcosa) della vita, ma non riesco, non è nelle mie facoltà. Questo ripieno di dolore di carne che sostiene (come un cascame dentro un materasso) (come un letame sotto il pelo del suolo) la sottile bellezza che è la sola cosa che mi consola io non lo so guardare né descrivere: io non ho che una mesta presa d'atto, uno sguardo che aspetta solamente di uscire, di fuggire, finché c'è ancora modo di dimenticare.