Carlo Molinaro

Vecchio bar torinese


VECCHIO BAR TORINESEAl bar di via Oropa angolo via Mongrando che non so come si chiama perché non c'è scritto da nessuna parte e la signora non mi ha fatto lo scontrino del cappuccino all'ora del tramonto un vecchio seduto su una sedia messa fuori dalla porta fuma e quattro uomini, dentro, giocano a scopa «c'era in giro ancora un quattro» si lamenta uno.Un vecchio in piedi prende un frizzantino, la signora versandolo finisce un bottiglione e correttamente dato che manca un dito per colmare il bicchiere ne apre un altro e bevuto in fretta il primo frizzantino forse per onorare il nuovo bottiglione il vecchio fa un altro giro.Fa un altro giro anche uno più giovane che beve vino bianco con aperol, la signora dice che fa ancora molto caldo in questo ventinove d'agosto e l'uomo risponde «meglio, vuol dire che l'estate non è ancora finita».Arriva un uomo da fuori con un bottiglione vuoto e lo cambia con uno pieno, al tavolo della scopa giocano ancora parlando piemontese «chiel a lu sa nen, ma...»Il cappuccino è un cappuccino d'altri tempi, è troppo caldo, niente schiuma, sa di caffelatte delle suore però mi va bene, lo bevo lentamente: dev'essere una strana ordinazione un cappuccino qui all'ora del tramonto perdipiù.È tutto molto quieto, è tutto molto quieto, io sono qua e ho mediamente la loro stessa età ma non c'entro - o forse è solo una mia idea che non c'entro: il mio motivo per essere qua è a loro inconfessabile ma l'eventuale confessione non desterebbe nessun interesse né curiosità, dunque non c'è problema.Fra poco la signora chiuderà, i quattro della scopa rincaseranno in qualche casa, chissà se qualcuno di loro è felice: forse il loro segreto è che semplicemente tutto questo non ha importanza.