Carlo Molinaro

Tre immagini


TRE IMMAGINIDella tua fica brilla la fessura come i tuoi occhi, in una buona foto pubblicata in Met Art: stai appoggiata a un muro, il capo un poco reclinato. Cammini lesta e dici «su, pedala!» al tuo bambino sulla bicicletta, vestita d'una tuta, in una via dietro corso Tortona, il tuo quartiere. Sorridi in piedi al bancone del bar prendendo dalla cassa le monete per dare il resto a un cliente che paga un piattino di roba da mangiare. Vorrei spiegarti questo: non sei l'unica a fare la modella, la barista, la madre e mille cose che si fanno o non si fanno, nelle vite umane. Ma tu nelle tre immagini che ho detto sei uno strappo nella tela grezza che fingendo realtà vieta ai mortali l'immensa indivisibile armonia. Ma tu nelle tre immagini che ho detto e in tutte le altre immagini di te sei un taglio che s'apre per un attimo sulla bellezza vera, che non muore. Ho avuto io la fortuna d'accorgermene e sono corso verso te per dirtelo, per fartelo vedere. Ma non vuoi. Non vuoi che io mostri a te la tua bellezza.