Carlo Molinaro

L'anima


Nella prefazione al mio libro La parola rinvenuta Sandro Gros Pietro a un certo punto sottolinea come io sia un poeta che ha il «coraggio» di parlare di anima, in pieno XXI secolo: e cita una serie di mie poesie in cui compare appunto la parola anima. Non so se ho avuto bisogno di coraggio per scrivere anima, direi che m’è venuto così senza pensarci, che non l’ho fatto apposta. L’anima per me non credo che sia una cosa di religione: è soprattutto un fluido, un plasma un po’ magico perché pur essendo individuale può fondersi con altre anime. Ora mi è successo di nuovo di parlarne, in una piccola poesia di stampo genovese, Sottoripa: il secondo verso della seconda sestina si chiude con anima. Ma anche stavolta non l’ho fatto apposta. E nel cuore della notte che segue un venerdì di lavoro e precede un sabato di lavoro, mi permetto di offrirvi la piccola poesia. E la sua anima.SOTTORIPAC’è la freschezza buona della sera:ho visto una finestra scintillarein un lampo d’arancio. In queste stanzeabitano persone. Ti vorrei,ragazza, qui: vorrei che usassi il mioasciugamani: che tu fossi a casa.Basterebbe scoprire il varco apertoo il punto di contatto, dove l’animaritrova sé nell’altro: l’improvvisagioia di combinarsi, come quandoha un odore di te l’ombra che saleimprecisa da un angolo del porto.