Carlo Molinaro

L'amore ai tempi della telematica


Ieri una ragazza (da cui non me lo sarei mai aspettato perché mi sembrava che ci fosse un’ottima intesa fra lei e me – ma posso sbagliare) mi ha detto di sentirsi invasa da me. Tralascio i dettagli più intimi perché... sono fatti nostri, ma rifletto su quel concetto di invasione. Certamente quando ho una piena di sentimenti sono portato a comunicare molto, e comunico con una certa svagata leggerezza anche con – potenzialmente – il mondo intero (qui in questo blog, per esempio – ma pure nei libri di poesie, che in fondo sono una cosa intimissima data a tutti). Nei confronti del mondo, amen, è una scelta mia che il mondo può ben sopportare – nessuno è obbligato a leggermi.Ma nei rapporti da persona a persona, e forse soprattutto con le donne e ragazze, queste moderne tecnologie mi sa che devo gestirle con più raziocinio e moderazione. Penso a mie storie di una decina di anni fa. Ragazze che magari potevo vedere una volta alla settimana o anche meno, e si faceva l’amore in macchina o in alberghi a ore o su un prato, perché non c’erano case disponibili. E come si comunicava? Il telefono era quello di casa, controllato quindi da genitori o altri parenti e affini: da usare con molta cautela. Il sms non si sapeva ancora che cosa fosse. Internet non si era ancora diffusa, non esisteva la mail. Ricordo telefonate fatte da cabine, nell’ora in cui si sperava di non beccare, al posto della ragazza, il padre o la madre. E lettere, tante lettere di bella carta, sperando che in casa non ci fosse nessuno così spione da aprirle e frugarle (anche se a volte c’era).Ma, insomma, la comunicazione era molto più lenta, calma. Anche se D. e io, pure al tempo dei francobolli, eravamo capaci di scriverci tre lettere nello stesso giorno, e magari in un giorno in cui ci eravamo anche visti. L’amore è sempre una piena impetuosa di voglia di comunicare. Ma con le moderne tecnologie c’è qualche rischio di eccedere.Fino a pochi anni fa (il mio primo cellulare l’ho preso nel 2003) se ero in riva al fiume e vedevo qualcosa di bello e volevo condividerlo con una ragazza (o con tre ragazze – che ci volete fare, sono fatto così!), perché è bello condividere il bello con chi si ama, dovevo tenermi il pensiero, e poi dirlo quando ci vedevamo, oppure scriverlo in una lettera che arrivava dopo giorni. Adesso invece le mando un sms, con l’ebbrezza (malata?) di condividere subito, condividere l’immagine mentre la vedo, il pensiero mentre lo penso. Probabilmente è sbagliato. E può ingenerare overdose e invasione. Sì, queste tecnologie moderne vanno gestite con attenzione. A E., la ragazza che ieri mi ha detto di sentirsi invasa, scriverò su carta, e non troppo spesso. Non sono contrario al progresso, ma va trattato nel modo giusto. Anche se comunque l’amore, per una ragazza o per dieci ragazze, è per sua natura un eccesso, in ogni epoca. Se no, che cavolo di amore è? Sciacquetta?