Carlo Molinaro

Regali di Natale


Ho ricevuto auguri di Natale via mail, a cui non ho ancora risposto. Risponderò. Magari stasera. Un solo bigliettino d’auguri di carta, per posta, e viene dalla Finlandia, dalla mia superstite pen friend Virpi K. – che ormai ha una figlia molto più anziana di com’era lei quando cominciammo a scriverci.Il Natale non lo sento per niente; ma non è questo il problema. Già da adolescente non lo sentivo, e forse persino da bambino mi suonava un po’ falso: aspettavo i regali, basta. O neppure quello. Ricordo che per molti anni chiesi in regalo sempre nuovi pezzi per il trenino elettrico che tenevo perennemente montato in cantina. Un vagone, un locomotore, altri binari, il modello di una stazioncina, cose così. Pensandoci oggi, non so se ero davvero così affezionato al trenino elettrico, o se non fosse piuttosto che, alla domanda cosa vuoi in regalo?, non sapevo che cosa rispondere, e dicevo qualcosa così per abitudine, e ripiegare sul trenino era una soluzione di comodo.A distanza di tanti anni mi sa che la situazione non è cambiata. Anche adesso non so che cosa rispondere. A volte mi sembra che sia tutto uguale. O meglio, è cambiato il fatto che vedo con più chiarezza le cose. Ma vederle con più chiarezza non vuol dire che siano poi tanto diverse. Che cosa voglio per regalo, a Natale o in qualsiasi altro momento? Con alcune persone la risposta ce l’avrei ma so che è impossibile e allora taccio.– Che cosa vuoi per Natale?– Che stiamo insieme, giriamo per la città e compriamo un orecchino da un euro su una bancarella, e poi andiamo a casa tua e mangiamo una pasta e ce la contiamo un po’ su.– Non posso, ho mille cose da fare, sono impegnatissima.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che mi scrivi lunghe lettere su fogli di carta.– Non lo faccio ormai più. Non ho tempo. E forse non so più nemmeno che cosa scrivere.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che mi abbracci e mi dai un bacio.– La cosa si presterebbe a equivoci. Non potrei regalarti una cravatta?– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che fai l’amore con me.– No, sono fidanzata e poi sinceramente il tuo fisico non è che mi attizza tanto.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che mi parli con sincerità e poi mi ascolti, e poi mi parli e poi ancora mi ascolti.– Non posso darti tutta la mia sincerità, sarebbe troppo fra te e me.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che molli quello con cui stai e mi sposi.– Ma sei matto? Devi essere proprio uscito di testa.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che parliamo con dolcezza e senza contrasti e che tu mi accetti per quello che sono.– Il contrasto c’è sempre e non si può accettare tutto: è un regalo impossibile.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che mi fai un pompino come quella volta che sei venuta a trovarmi tre anni fa.– Ma sei matto? Quella è una cosa che è successa allora, mica resto sempre disponibile! Ho pure il ragazzo!– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che tu e io e gli altri amici, tutti, stiamo insieme anche dopo la festa: prendiamo una casa grande?– Guarda che le comuni sono fallite già nel Sessantotto: chiedi qualcosa di serio e fattibile.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Una copia delle foto in cui sei nuda che ti ha scattato quel nostro amico anni fa. E questa mi sembra proprio una richiesta minimalista, un ripiego, ma è meglio che niente.– Minimalista? Te le sogni! Se vuoi, ti regalo un libro di Stephen King.– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.– Che cosa vuoi per Natale?– Che ci guardiamo fissi fissi negli occhi e poi urliamo più forte che possiamo.– Non facciamo scene, dai. Non ti servirebbe una tovaglia per la cucina?– Allora niente, fa niente. Magari un vagoncino del trenino.Con qualche (evidente) variante dovuta all’età, assomigliano alle cose che avrei voluto davvero in regalo da bambino, ma non potevo chiederle allora e non posso chiederle ora. È la stessa cosa. E poi il Natale non ha senso perché le cose non si chiedono, ecco tutto, non si chiedono.Per fortuna c’è qualcuno che a volte le cose che desidero davvero me le dà senza che io le chieda, e questa è una grande fortuna. Dunque bando alle geremiadi. Però il Natale resta una cosa senza senso, sì, e per favore nessuno mi domandi cosa vuoi in regalo?, che se no mi ingarbuglio: o resto zitto o do risposte che possono essere imbarazzanti.  [io a voi non domanderò, vi darò quel che saprò darvi]Comunque: buon Natale!