Carlo Molinaro

Farneticazioni volanti d'un sabato mattina


Sono preoccupato per A., è da quattro giorni che non la trovo al telefono. Per una dozzina d’anni non abbiamo lasciato passare un giorno senza vederci o sentirci, poi la cosa si è rarefatta e abbiamo anche smesso di fare l’amore (di preciso non so perché), ma quattro giorni che non la trovo mi preoccupa, lei vive da sola, potrebbe essere successo qualcosa, però lei mi ha detto di non cercare notizie in giro se non la trovo.D’altronde F. sono più di due anni che è desaparecida e quando ho insistito nel cercarla mi ha detto, dopo mesi di silenzio, che non rispetto la sua sensibilità, dopodiché è ripiombata nel silenzio. Non  so più dove sia, dove abiti, che cosa faccia nella vita.Invece C. e R. hanno risposto stamattina ai miei sms e questo va bene, e le vedrò in settimana, ma ho come un’ansia. Non dovrei: ieri ho passato una bella serata con un’altra ragazza, C., oggi dovrebbe arrivarmi una lettera di C... E quest’esigenza di privacy fra l’altro mi fa impazzire: partecipano alla mia vita cinque o sei donne e ragazze (e tre o quattro uomini) che hanno il nome che comincia con la C, inoltre mettere solo l’iniziale puntata mi sa di giornalaccio, ma inventare nomi di fantasia è ancora peggio. In America se ti ammazzano da piccola sei baby Jane, non basta che sei morta, ti danno anche della baby Jane. In Italia usano più varietà di nomi, ma è un fastidio. Leggo cose tipo Chiara (ovviamente è un nome di fantasia) era stata vista sul luogo del delitto... Ma coglione di un giornalista, se si chiama Luisa o Edvige o Michela tu come ti permetti di chiamarla Chiara, che è un nome che appartiene ad altre? I nomi sono importanti! Vabbè, lasciamo perdere.Sicuramente c’è qualcosa di anomalo in me. Ieri in un commento mandato qui sul blog via sms dalla casa di C. (una delle C.) parlavo di tivù spazzatura. Ma forse non è così. Mentre ci riposavamo sul letto abbiamo guardato un po’ di tivù a caso e quello che ho visto mi ha innervosito (è un bene che io non abbia il televisore): prima c’era una ridicola professoressa che andava in uno stereotipatissimo luogo di battone a cercare appunto una battona, stereotipatissima anche lei, di cui s’era innamorato un suo stereotipatissimo amico imbranato, tutto molto ridicolo, roba che se Almodóvar fosse morto si rivolterebbe nella tomba. Poi c’era un ragazzo che smetteva di baciare una tipa per inseguire sua sorella (sua di lui) che rischiava di posare (neanche nuda, al massimo un po’ in deshabillé) per un fotografo bravo e famoso (così parrebbe, dal contesto), e lui invece di essere contento va nello studio e la trascina via (mi ha spiegato poi C. che non sarebbe il fratello ma il fratellastro e sarebbe innamorato di lei, roba vagamente da tragedia greca, comunque la sostanza non cambia).Allora ho pensato alla tivù spazzatura ma forse non è vero, è solo che rispecchia il comune sentire della popolazione media. Come i politici: diciamo politici di merda, ma rispecchiano chi li ha eletti. Qualcuno avrà ben votato per Mastella e Berlusconi, no? E forse è pieno di fratelli e fidanzati che s’incazzano se la sorella o fidanzata posa [semi]nuda per un fotografo.Mi sento alieno. Se insisto a cercare un po’ F. non rassegnandomi alla sua scomparsa (magari lo scomparire violenta la mia sensibilità – posso averne una anch’io, o no? – a volte sembra di no) allora non rispetto la sua sensibilità (ma non pensate a molestie, ora: qualche lettera, un sms magari ogni quindici giorni, un paio di tentativi di telefonata in un anno, e poi ho smesso, con dolore).Se scrivo una volta i nomi per esteso invece che tutte queste fastidiose A. e F. e C. e R., sono un insensibile che non rispetta la riservatezza.Ma un coglione che irrompe in uno studio fotografico per trascinare via la fidanzata o sorella, onde impedirle di «fare una sciocchezza», forse per il telespettatore medio (per l’italiano medio?) compie un nobile e quasi eroico gesto, come il cavaliere che la salva dal drago. Secondo me invece compie una violenza, tenendo in sommo spregio la di lei intelligenza, autonomia e libertà, ma io sono un alieno.Se sono un alieno allora però lasciatemi dire che su codesto vostro pianeta ne avete di bachi e di torbido in testa!Comunque sono preoccupato per A., oggi provo a ritelefonarle. Sì, lo so, sono pazzo, tutti si chiudono in una casa con una donna [e guai se va a posare da un fotografo!], io invece cerco di tenere collegati mille fili leggeri, fili di comunicazione e amore libero ma presente, non guinzagli che imprigionano involucri di coppie e famiglie foss’anche nell’assenza del cuore; e magari la mia è un’impresa impossibile, e alla fine colleziono soprattutto mancanze e nostalgie. Ma chi se ne frega, sono un alieno e noi alieni siamo tosti.Chissà se M. ha ricevuto quegli esiti che aspettava. Chissà se E. sta bene con il fidanzato e chissà se prima o poi mi riscrive. Chissà se G. è tornata a rasserenarsi nella casa azzurra. Chissà se F. sta bene in Germania. Che fine avrà fatto M. in Giappone? Chissà se G. passeggia sul lago con il suo dottore, o ancora si tormenta per B. o si sente sola. Chissà se oggi il marito di C. la fa star bene. Chissà se C. voleva davvero studiare in quella facoltà. Chissà se C. ama davvero l’agente immobiliare, o pensa ancora a C. oppure potrebbe pensare un giorno a me. Chissà se A. ogni tanto ricorda i nostri incontri a Porta Susa. Chissà se M. è sempre così agitata in giro per Genova. Perché D. non mi ha mai più fatto sapere nulla di lei? Perché V. mi guardava male alla laurea di F. e poi è scomparsa anche lei? Perché da un giorno all’altro S. ha smesso di rispondere alle mie lettere? Potrà succedere che anche C. scompaia così? E anche R. magari? Perché io in 54 anni non sono mai «scomparso» per nessuna? Alieno, alieno.Sono vasto, contengo moltitudini; sono le moltitudini che non contengono me. Sì, certo, l’insicurezza e la precarietà fanno parte della vita, ma tanti qui sembra che lo facciano apposta. Pensate ad amare e a non scomparire, cazzo, invece di tormentare figlie sorelle e fidanzate che posano per i fotografi o hanno i loro vari amori. Il tempo per esserci c’è [frase leggermente ambigua: voglio dire che abbiamo il tempo per esserci nelle storie e nelle relazioni]. Magari perdendone di meno davanti alla tivù. Forse è la tivù che preserva le famiglie, togliendo il tempo per altri pensieri?E poi, deshabillé o déshabillé? In giro per internet trovo entrambe le forme. Ho pensato che la prima e potrebbe stare senza accento perché è in sillaba chiusa e quindi non è comunque muta (come in Descartes). Ma la h di habillé mi sa che non è aspirata, e allora la sillaba potrebbe anche essere considerata aperta, come in désordre. Con il des- iniziale bisogna un po’ vedere. In genere davanti ad altra consonante cade la s, come in dépêche-toi. Massì, Carlo, spicciati, non perdere tempo in queste cose. Chissà se i francesi ci tengono ancora agli accenti giusti. Speriamo di sì. C’è già troppo svacco. Detesto le cose mal curate. Basta, vado a cagare, che mi scappa, e poi faccio pranzo. Buon sabato.