Carlo Molinaro

Il valico


Ecco una «vecchia» poesia, a pag. 290 de La parola rinvenuta. Sarà del 1994 o giù di lì. Mi è venuta voglia di metterla qui perché oggi è il 29 febbraio, un giorno che arriva solo ogni quattro anni, e domani è marzo, e marzo per me è già primavera, la stagione trasognata in cui ogni cosa sembra possibile. Non smetterò mai di difendere il valico del sogno, nonostante tutto. Buon marzo!IL VALICOCon in bocca il sapore di una mela fresca, nel primo pomeriggio, stesosu una panca in giardino, ragazzo scendeva in me un dolcissimo torpore all’aria appena lucida di aprile:mi scivolava il mondo dalla pelle impercepito, morbido e lontanoper tornare a comporsi nel mio sogno o dormiveglia: una brezza leggera senza prendermi nulla cospargeva immensità. Il gusto di una melafresca, di pomeriggio, mi rimanda– ora che gli anni mi hanno fatto adulto –in quello stesso luogo senza luogo,in quello stesso tempo senza tempoe non c’è differenza: se non cheal riscuotermi trovo più stanchezza, qualche ostacolo impronto, cose vane che devo fare con accorta urgenza. Quando si è grandi ci vuole più impegno per difendere il valico del sogno.[nell'immagine, l'autore in una foto degli stessi anni della poesia]