Carlo Molinaro

Erika nel sottopassaggio


Oggi c’è un cielo strano. Domenica scorsa ho accompagnato Claudia alla stazione di Torino Porta Susa a prendere il Regionale 20085, e per restare con lei ancora tre minuti sono salito sul treno e sono sceso a Torino Dora (posso! ho l’abbonamento urbano Formula!). Nel sottopassaggio di Torino Dora ho visto una grossa scritta e l’ho fotografata con il telefonino (è nell’immagine). Poi sono tornato a casa con il 49 sbarrato. C’è un quartiere grigio lì intorno. E oggi ho scritto questa poesia. Buondì.ERIKA NEL SOTTOPASSAGGIOIl sottopassaggio della stazione Doracon la scritta Erika ti amo e l’odore di piscioil caffè-tabacchi della stazione Doracon la barista che inveisce contro le negreche toccano le cose sul banconei dintorni della stazione Dorala parte di Torino rimasta più grigiail traffico più triste e più arrabbiatoil quartiere nuovo dietro la stazione Doracon quei palazzi altissimi che a partequalche variante cromatica fighettae qualche modesta pretesa geometricasono gli stessi orribili alvearidegli anni Cinquanta-Sessanta-Settantatranne che costano molto più carila gente circola soltanto in automobileeccetto alcuni immigrati e alcuni sognatoriè una città a macchia di leopardodolci piazzette angosciosi labirintiperò anche dove mi guardano male(mi guardano male perché io li guardo– non è normale – sarà un pervertito)vorrei conoscermi e amare perchéci dev’essere un aggancio uno spiragliola via d’uscita da questi interratisperiamo sia vero l’amore per Erikanel sottopassaggio della stazione Dorasperiamo non sia solo la svogliatacazzata ahò cazzo vuoi che me fregafra un telefilm e l’unz unz nell’iPod.