Carlo Molinaro

Due poesie


Due poesie scritte in questi giorni, in momenti diversi. Non credo che siano collegate fra di loro; forse l’unica cosa che hanno in comune è l’accenno alla strada, a quel luogo infinito che possiamo chiamare strada. Tempo grigio stamattina su Torino. Buona giornata a tutti.CONGEDO DEL VIANDANTE FORESTIEROSe restate con me malvolentieritolgo il disturbo – disse il viandante.Se viaggiate con me malvolentieriposso cambiare strada. Non diròche non vi amo più. Vi amo ancora,vi amo fin da quando vi ho incontratisul mio cammino. Rimarrei con voitutta la vita e se fosse possibileanche al di là. Tuttavia non sopportodi essere accettato per pietào correttezza. Io sono scorrettoed empio, un amatore industrioso,appassionato di donne e di stradee amici da parlare accanto a un fuoco.Vi porterò con me – non ve ne abbiatea male: voi non ve ne accorgeretedi essermi nel cuore – l’ho capitoche per voi è un disagio – così disseil viandante straniero e al biforcarsidel sentiero guardò la strada buona(dove ancora, lontane, percepivale loro voci). Forse rise o pianseo le due cose insieme (lui facevaspesso così).                      Tirò un respiro forte,sputò sul muso all’angoscia che semprelo derideva – ritornò a smarrirsiper la strada cattiva, nella selvadi novità, nella fragranza aspradi piante sconosciute, forse buoneo velenose – non si può sapere.L’INVITO DELLA ROSANon vale nulla il nome della rosasenza l’odore della rosa vera.La rosa vera sta in cima allo stelo:non nello stemma o nell’allegoria.Chi è cieco dalla nascita non sané saprà mai la forma della rosa.La poesia rimescola e combinatutte le cose: ma non può creare.Dunque chi non ha mai trovato amorenon sprechi tempo a cercarlo nei versi.Corra piuttosto fuori nelle stradedove tutto si perde e si guadagna.[nell'immagine, un'amica, che ho perso di vista ormai da molti anni, cammina in un porto]