Carlo Molinaro

Per dovere di cronaca


Oggi in un bar turco(via San Donato angolo via Saccarelli)un bambino sui quattro annibello, ben messosi è avvicinato al mio tavolinoe mi ha chiesto: «Posso?».Non ho capito subito posso che cosa,ma ho risposto: «Sì».Allora lui si è seduto al mio tavolinoe mi ha chiesto: «Che cosa mangi?».«Un panino chebab».«Che cosa c'è dentro?».«Carne, pomodoro, cipolla...».«Buono!».«...insalata, e delle salse. Buono».«Tu hai dei figli?».«Sì, due».«Io ho una madre: è là».La madre, evocata, si è girata e ha vistoe ha strillato: «Vieni via,il signore sta mangiando!Non devi importunare sempre tutti!Lo scusi, signore».Io ho salutato il bambino(mentre il signore faceva un cennodi «non importa» alla madre)e sono andati via.Non pretendo che questa sia una poesia;non so bene che cosa voglia dire.Ma è ciò che è accaduto, esattamente:lo scrivo per dovere di cronaca.[Nell'immagine, rettangolo piccionato.]