Carlo Molinaro

Cespugli


Stamattina ho preso una pasta e un cappuccino a Porta Susa, dove fanno lo sconto del venti per cento agli abbonati al tram, che mi conviene, e fuori ho visto una lunga aiuola di cespugli con bacche rosse e allora ho scritto questa specie di poesia. Nell’immagine, una porzione di acciottolato. Che c’entra? Niente, perché? Buon finesettimana!CESPUGLI A PORTA SUSA                                     alla donna che assaggia le baccheOsservo, a Porta Susa, un’aiuola di cespugliche fanno una miriade di baccherosse, adesso, a dicembre: oggi è il giornodi Santa Lucia. Li hanno piantati lìtutti insieme davanti alla stazione:chissà se è normale che facciano le bacchequi in città, e d’inverno: a cosa servono?Le mangeranno i piccioni o le cornacchie?Osservo e cammino e penso che sì, succede così:produrre bacche rosse nelle stagioni insolitee nei luoghi qualsiasi, offrirle(ma non è nemmeno offrirle: sono lìche si possono prendere) a chi vuole,e non si sa a cosa servano, se sianotossiche o commestibili o se abbianoproprietà terapeutiche.                                       I cespuglinon si fanno domande, forse noo forse sì: forse vorrebbero offrire le bacchea qualcuno, qualcuno in particolare,qualcuno che loro sanno – o credono di sapere –ne trarrebbe beneficio, sarebbecontento: riderebbe e salterebbestupito, gli brillerebbero gli occhiper il gusto e persino abbraccerebbecon amore i cespugli.                                    Ma è inutile:i cespugli non parlano e neppurepossono fare gesti: fanno bacchequando succede: toccano a chi toccano:forse a nessuno: perché nessuno sacon certezza se siano poi buone:nel dubbio è meglio non rischiare l’assaggio.Ma i miracoli accadono: arrivamagari una bambina che ha coraggioe non ascolta i genitori e non pensaal mal di pancia possibile: assaggiae ha lo stomaco giusto, le va bene:e fa una tale festa nell’aiuolache persino i pendolari si voltanoa guardare – col rischio di perdere il treno.